Auto a nolo e telefoni bloccati. Così agiva il truffatore di anziani

L’inchiesta Un telefonista a Napoli i complici in giro per l’Italia. Ma chi “vende” i numeri dei pensionati da derubare?

Ore 11.45 del 5 settembre. In un appartamento in pieno centro storico. Suona il telefono di casa. A risponde una pensionata comasca di 88 anni. Dall’altro capo un uomo informa: «Signora buongiorno, sono il maresciallo dei carabinieri Francesco Marotta». La donna si preoccupa: i carabinieri? Ma quell’ansia è nulla rispetto a quella che l’assalirà subito dopo: «Suono nipote ha investito una donna ed è ricoverata in gravi condizioni all’ospedale. Ora è qui trattenuto, e per rilasciarlo è necessario che paghi una sanzione da 9mila euro, signora». Sullo sfondo una voce maschile: «Nonna, aiutami per favore».

La donna si agita. Va nel panico. Dice di non avere così tanti soldi. Di poter però prelevare 2500 euro. E di avere dell’oro in casa. «Può bastare» dice il falso maresciallo, che nel frattempo ha passato alla donna un falso avvocato: «Passerà un nostro collaboratore a ritirare i soldi». E qui scatta il primo trucco dei truffatori: perché riescono a bloccare ogni telefonata in entrata e in uscita dall’utenza chiamata. Tengono attiva la telefonata, in buona sostanza, per evitare che la vittima possa chiamare i parenti. E infatti tra le 11.45 e le 13.43 il telefono della pensionata comasca risulta costantemente in contatto con i truffatori che, neanche dirlo, utilizzano un cellulare intestato a una prestanome straniera.

A chiamare sono telefonisti napoletani (e qui una domanda sorge spontanea, visto che spesso questi truffatori chiamano telefoni cellulari: ma chi vende loro i numeri degli anziani da truffare?). I telefonisti, poi, inviano un paio di complici sui luoghi delle truffe da compiere. Uno di questi complici, sospettano gli agenti della squadra mobile di Como e la Procura cittadina, si chiama Giuseppe Arino, ha 20 anni e risiede a due passi dal centro storico di Napoli. A tradirlo le telecamere del centro. Perché la polizia, ricostruiti con i tabulati gli orari precisi della truffa, individua una serie di possibili sospettati sulla base della descrizione della vittima: giovane, magro, maglia bianca, zaino in spalla. L’unico che corrisponde a quel nome è identico a un volto noto alle banche dati di polizia sempre per truffe agli anziani.

Da qui scattano le verifiche con i tabulati telefonici, quindi con la scheda degli alloggiamenti negli hotel e si scopre che in quei giorni lui e un altro giovane - sospettato, non indagato - avevano una stanza in provincia di Varese. Grazie alle telecamere dell’hotel i poliziotti risalgono alla targa dell’auto dei due, una Ford Focus che - altro stratagemma - appartiene a una società di noleggio di Bolzano. Noleggiata da qualche prestanome forse pure con documenti falsi (sono in corso accertamenti).

Grazie alle telecamere che leggono le targhe e alle celle telefoniche si ricostruisce il viaggio di Arino: il 4 settembre partenza da Napoli e arrivo a Firenze alle 11 del mattino. E a Firenze, nel primo pomeriggio, una pensionata di 88 anni viene truffata con il medesimo trucco; la sera del 4 settembre arriva in provincia di Varese; la mattina dopo è a Como dove viene truffata la pensionata del centro; al pomeriggio dello stesso giorno l’utenza di Arino viene trovata in provincia di Biella e sempre quel pomeriggio una pensionata di 92 anni viene truffata proprio a Biella: stessa dinamica; il 6 settembre il telefono aggancia una cella di Ballabio dove un’altra pensionata denuncia una truffa; il 7 settembre l’auto riparte alla volta di Napoli.

Infine il curriculum di quest’anno di Arino: il 16 marzo arresto a Roma per truffa tentata ai danni di due anziani, liberato il giorno dopo; il 10 maggio denuncia per maltrattamenti; il 21 dello stesso mese denuncia per minacce aggravate; sei giorni dopo denuncia per ricettazione: intercettato dalla polizia aveva cercato di buttare dall’auto monili d’oro rubati; il 17 luglio denuncia per lesioni; il 6 ottobre arresto per truffa, condanna per direttissimo e il giorno dopo di nuovo libero; il 12 ottobre denuncia per tentata estorsione; dieci giorni dopo denuncia per truffa; il 30 ottobre denuncia per stalking; il giorno dopo arresto per stalking ed estorsione. Da allora è agli arresti domiciliari.

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