Autovelox non solo in Napoleona. «Serve più sicurezza sulle strade»

Viabilità Il sindaco: «Saranno più di uno. Alcune vie come la pista di Monza». Studio sulle direttrici dove si corre di più. L’ok spetta a Prefettura e stradale

Il sindaco Alessandro Rapinese rilancia sugli autovelox e il piano a cui sta lavorando prevede l’installazione non solo sulla Napoleona, ma anche sulle altre vie dove si corre troppo (tra le ipotesi ci sono la tangenziale, Canturina, Varesina e Bellinzona). Nell’ultima settimana lo ha ribadito tre volte. Domenica scorsa a “Zona Bianca” su Rete4 ha dichiarato: «Il limite dei 30 km all’ora a Como come a Bologna non ci sarà mai, finché sarò sindaco». Subito dopo ha però aggiunto: «Gli autovelox a 50 sì». E giovedì sera, sempre su Rete4 ma a “Dritto e rovescio” ha detto chiaramente di voler installare gli autovelox «a breve» in città.

La situazione

Ora tutto dipende dalla Prefettura, che sarà chiamata ad esprimersi sul sistema di regolazione della velocità (un anno fa, limitatamente alla Napoleona, da via Volta era arrivata l’indicazione che sarebbe stato meglio un tutor al tradizionale autovelox). Venerdì sera su Etv il primo cittadino è tornato a parlare di autovelox parlando di un piano organico di posizionamento delle colonnine arancioni fisse. «In questi mesi su sicurezza, viabilità e rilievo automatico di velocità abbiamo lavorato molto – ha detto - e per questo ringrazio il comandante Aiello che è stato proficuo. I tempi sono maturi e speriamo di poter dare più sicurezza in città». Poi ha spiegato che l’autovelox non sarà solo in Napoleona, «ma ce ne saranno più di uno». Il motivo? «Ci sono strade che sembrano la pista di Monza e non Como. Per poterli installare è necessario l’ok della Prefettura e della Polizia stradale e ci devono essere dei documenti. Diciamo che abbiamo lavorato molto». E ha anche usato parole forti: «Se devo scegliere tra mia figlia che torna a casa senza patente e mia figlia che non torna, scelgo senza patente. Quindi viva l’autovelox. In altri paesi non c’è nemmeno l’obbligo di avviso dell’autovolex, noi addirittura lo diciamo prima».

A chi accusa le amministrazioni di voler fare cassa con gli autovelox Rapinese nei giorni scorsi ha ribadito a gran voce che gli impianti sono segnalati e che, quindi, chi si lamenta perché ha preso cinque, dieci anche venti multe «è perché vuole regalare soldi ai Comuni».

No alle zone 30: «Una follia»

Si è invece sempre dichiarato contrario alle zone 30 “allargate” sul modello Bologna o su quello che da tempo è nelle intenzioni di Milano. «Le zone 30 sono assolutamente una follia, è un provvedimento puramente ideologico– ha affermato Rapinese –. La legge e il codice la considerano possibile ma solo se c’è un criterio di pericolosità, al venir meno del la quale il codice prevede che si ritorni a 50».

E ha concluso spiegando: «Io dico che va rispettata sempre la norma. Gli autovelox sono segnalati, c’è il cartello e se poi uno va a 200 all’ora è perché vuole regalare soldi alla pubblica amministrazione, ma parliamo di apparecchi autorizzati dalla Prefettura e dalla Stradale in zone pericolose. Sulle zone 30 servono motivazioni precise».

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