«Bar vessato dal Comune»
La sentenza 22 anni dopo

Giustizia a rilento:solo ora la sentenza sul ricorso contro un atto del 1999 - Merendero contro Palazzo Cernezzi. L’amministrazione ora deve pagare

Sono passati 22 anni da quando una Dia (dichiarazione di inizio attività) depositata in Comune ha dato il via a una controversa interminabile, che si è chiusa solo ora con la condanna di Palazzo Cernezzi a tirar fuori poco meno di 18mila euro (più spese legali e interessi).

La macchina burocratica stritola chiunque ci si ritrovi coinvolto e solo una buona dote di pazienza consente di sopportare attese infinite. Ne sanno qualcosa i titolari del Merendero, storico locale in zona Sant’Agostino, che si sono messi a battagliare contro l’amministrazione perché - a loro giudizio - avrebbe negato autorizzazioni sacrosante prima, salvo poi concederle ma con clausole vessatorie. Anzi, per dirla con i giudizi amministrativi: «Inutilmente vessatorie».

La vicenda si riduce a una richiesta di autorizzazione all’accesso di camion per il trasporto di materiali da demolizione, nell’ambito di lavori di ristrutturazione (iniziati nel 1999) intrapresi dai titolari del locale. Autorizzazione dapprima negata, quindi concessa ma con limitazioni pesantissime (un accesso consentito ogni ora con limite di permanenza di soli 15 minuti).

In questa vicenda emergono due aspetti clamorosi. Il primo riguarda i tempi di risposta degli uffici comunali. Il secondo i tempi di risposta della giustizia amministrativa.

Sul primo vale la ricostruzione dell’iter fatta dai giudici, ovvero che la prima Dia per ristrutturazione risale al 1998, seguita da una seconda del 1999 con l’istanza di autorizzazione al transito e all’occupazione del suolo pubblico di un camion, ma che la risposta (di rigetto) del Comune è firmata addirittura giugno 2000. Rigetto, peraltro, motivato con un errore di calcolo da parte dell’amministrazione: aveva negato l’autorizzazione perché la larghezza della strada era stata misurata male. Ci sono voluti cinque mesi per correggere il tiro, dopo il ricorso dei titolari del locale, con il rilascio di un via libera ma con le clausole vessatorie di cui si è detto. E dopo una richiesta di sospensiva vinta al Tar, nel febbraio 2001 lo stesso comune aveva ricorretto nuovamente la propria autorizzazione.

Sul secondo aspetto clamoroso, le date parlano da sé. Perché a fronte di una sospensiva arrivata quella sì rapidamente, poi il Merendero ha chiesto i danni al Comune e la sentenza di primo grado del Tar è arrivata solo nel 2013 e quella di appello su ricorso del Comune solo verso la fine di quest’anno.

L’esito ha visto Palazzo Cernezzi sconfitto su tutta la linea: ora dovrà rimborsare non solo 5mila euro di spese legali, ma più di 17500 euro per i danni causati al Merendero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA