Bici elettriche? Più simili a dei motorini: velocità ben oltre i 25 chilometri orari e non mancano i rischi

Il fenomeno Tanti in città i mezzi con ruote grandi e che viaggiano anche a 40 km l’ora. Fiab: «Alcuni multati, ma è giusto. Non sono legali». L’Acus: «Serve una normativa urgente»

Sfrecciano sulla tangenziale e sulle strade ad alto scorrimento, ma anche sui marciapiedi pieni di pedoni. Molte delle nuove bici a pedalata assistita non rispettano le regole e corrono più veloce del dovuto con tutti i rischi del caso.

Né casco né assicurazione

Sempre più di frequente capita di incontrare per strada delle biciclette con le gomme molto larghe che vanno ad una velocità sostenuta. Oltre i 30, anche i 40 all’ora. In teoria le moderne biciclette a pedalata assistita secondo il codice della strada non dovrebbero superare i 25 chilometri orari, i sistemi automatici devono spegnersi se il conducente smette di pedalare. Al contrario queste bici somigliano in tutto e per tutto a dei motorini. Chi li guida non usa il casco, non ha un’assicurazione, a volte nemmeno dei fari adeguati.

Molti comaschi negli ultimi anni si sono lamentati dei monopattini automatici, tanto che il Comune ha messo al bando quelli a noleggio. Questi nuovi mezzi di trasporto rappresentano a volte un pericolo. E per la Polizia locale fare i controlli non è così semplice, non esiste un dato specifico. Intanto, spiega il comandante Vincenzo Aiello, per contestare la velocità alle bici a pedalata assistita occorre fare delle misurazioni. Quanto alla tecnologia che muove le nuove bici gli agenti dovrebbero fare sul posto degli accertamenti tecnici.

«È capitato che di recente delle persone multate si siano rivolte a noi – spiega Giulio Sala, presidente di Fiab Como Biciamo – ma quei mezzi non sono legali. Non rispondono alle nostre normative. Vengono comprati online, ma non dovrebbero essere destinati al nostro mercato. Le biciclette a pedalata assistita infatti per essere considerate delle bici, quindi senza che ci sia bisogno di targa, assicurazione e casco, devo andare massimo ai 25 all’ora con l’uso del motore. E se non pedali la bici si ferma, se non per il minimo indispensabile a non cadere. Dunque, codice della strada alla mano, è giusto che chi usa quelle bici venga fermato e multato».

Tante novità

Il mercato internazionale sempre più di frequente propone e inventa mezzi alternativi. Monopattini elettrici, segway, dei velocipedi con due ruote molto grosse e voluminose. Le normative però hanno bisogno di essere aggiornate e non tengono testa a queste innovazioni. I tentativi politici di fare chiarezza non hanno risolto il problema.

«Servirebbe un’ordinanza di divieto, un intervento regionale, statale – dice Mario Lavatelli, presidente di Acus, l’associazione comasca utenti della strada – di fatto queste bici a pedalata assistita sono assimilabili a dei motorini. Solo che sfrecciano in centro storico, sui marciapiedi come in Napoleona. Giorno e notte senza fari e protezioni. Hanno anche un ingombro diverso dalle biciclette tradizionali».

I velocipedi non possono superare 1,3 metri di larghezza, i 3,5 metri di lunghezza e 2,2 metri di altezza.

Visto che quasi sempre queste nuove bici vengono usate dai fattorini, anche i contenitori per il trasporto delle merci devono rispettare determinati volumi. Sono previste sanzioni per chi produce o vende velocipedi non a norma (da 1.084 a 4.339 euro) e altrettanto per chi effettua modifiche non consentite (da 845 a 3.382 euro).

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