«Controllate gli articoli su di noi»: bufera dopo il diktat di Rapinese ai dirigenti. Interviene anche l’Ordine dei giornalisti

Il caso FdI e Pd contro la mossa di Rapinese: «Velina da regime autoritario». L’Ordine dei giornalisti: «Critica sempre legittima, il sindaco è confuso»

Tutti contro il sindaco Alessandro Rapinese, per la richiesta ai dirigenti di fare la rassegna stampa ogni mattina alla ricerca di notizie critiche. La segretaria generale Maria Lamari ha diramato una comunicazione interna dove viene chiesto di controllare ogni mattina le testate d’informazione al fine di preparare repliche ad eventuali contenuti giudicati «lesivi». Una richiesta che il sindaco ritiene «normalissima» e che è tesa a difendere a suo dire il lavoro dell’amministrazione comunale. Sul caso però sono piovute molte contestazioni. Soprattutto politiche.

L’affondo dei politici contro il sindaco

«Con la direttiva sulla rassegna stampa, partorita dal primo cittadino e con il supporto della fidata segretaria generale - così scrive in una nota la sezione comasca di Fratelli d’Italia - è stato oltrepassato qualsiasi limite alla decenza. Il sindaco incapace a dialogare con chi la pensa diversamente, incapace nel rispettare l’aula del consiglio comunale e, soprattutto, incapace ad accettare le critiche. Attraverso questa iniziativa ha manifestato plasticamente queste sue debolezze. Il problema è che per superarle ha pensato bene di sfruttare i dirigenti comunali con una velina da regime totalitario».

Il Pd non è stato più morbido: «Il continuo bisogno di controllo si è spinto a un livello che non credevamo fosse possibile raggiungere – scrivono i consiglieri comunali dem - la lettera circolata a Palazzo Cernezzi negli scorsi giorni, che obbliga i dirigenti a visionare entro le dieci la rassegna stampa al fine di individuare articoli scorretti o lesivi dell’immagine del Comune, non ha precedenti e lascia basiti. Non crediamo che tale compito nelle prime ore del giorno rientri nel ruolo dei dirigenti. Inoltre alcuni passaggi della lettera sembrano screditare il lavoro che giornalisti. Se di critiche ne vengono mosse così tante, forse, è il caso di valutare le motivazioni e le modalità con cui sono state fatte le scelte in questo primo anno di mandato». Il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi, coordinatore provinciale degli azzurri, ha pubblicato una riflessione ironica sulla sua pagina Facebook: «Bisogna riconoscere che al Comune di Como sono dei geni, hanno composto un pizzino destinato agli inferiori che impone loro una truce attività di “intelligence” (e niente, fa già ridere così) per passare tutti i giorni al setaccio i social e i giornali alla ricerca della voce del dissidente. Meraviglioso».

L’Ordine dei giornalisti

Sulla circolare sono intervenuti anche il sindacato dei giornalisti e l’Ordine dei giornalisti della Lombardia. «La direttiva identifica la critica, che è un diritto sacrosanto e centrale nelle democrazie liberali, con l’errore sulle circostanze di fatto e di diritto che guidano l’organizzazione comunale che sono quindi considerate dall’amministrazione come inoppugnabili. Questa identificazione tra critica ed errore è inaccettabile. La confusione, l’ambiguità, rivelano le reali intenzioni dell’amministrazione».

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