
Cronaca / Como città
Lunedì 09 Giugno 2025
Camerlata, la “bretella” da smantellare. Il Consiglio di Stato ferma tutto (per ora)
La tangenzialina I giudici amministrativi bloccano l’esecutività dell’ordine di demolizione - Ma a ottobre si discute il merito del ricorso contro la dura condanna del Comune al Tar
Il Comune di Como tira un sospiro di sollievo. Ma rischia di essere un sospiro di breve durata. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto la richiesta di sospensiva in merito all’’esecutività della sentenza con cui il Tar ha ordinato a Palazzo Cernezzi di smantellare, entro il mese di agosto, la “bretella” di Camerlata, quella che dal rondò tra il Viadotto dei lavatorio, via Tentorio e via del Lavoro conduce verso Muggiò e Albate.
La vicenda è nota per i nostri lettori, ma merita di essere ricapitolata.
Nel 2008 il Comune occupa il terreno di proprietà dell’Autosoccorso Lauria per farci la cosiddetta tangenzialina di Camerlata. Fino al 2011 l’occupazione del terreno venne motivata con questioni di pubblica utilità. Da quell’anno la motivazione è decaduta. Quindi la giunta Bruni prima, quella Lucini e Landriscina poi, avrebbero dovuto procedere o «all’emanazione del decreto finale di esproprio, a conclusione del procedimento ablatorio», o a «un eventuale accordo idoneo a realizzare il formale trasferimento del diritto sull’area». Così non è stato fatto. E nel 2016 gli avvocati Elia e Giulio di Matteo hanno presentato ricorso ai giudici amministrativi i quali nel 2022 hanno condannato il Comune a restituire o a comprare l’area entro 120 giorni. Il penultimo giorno prima della scadenza la giunta Rapinese prova a “sanare” l’esproprio abusivo con un’acquisizione fatta però senza passare dal consiglio comunale. L’atto viene nuovamente impugnato dallo studio Di Matteo e solo a questo punto il famoso atto di acquisizione viene deliberato dalla giunta prima e dal consiglio comunale poi. Troppo tardi. Anche perché la delibera «è stata assunta in violazione» della sentenza del Tar.
Il risultato di questi anni di pasticci legal-bruocratico-amministrativi ha portato, a marzo, all decisione del Tar di ordinare a Palazzo Cernezzi di restituire un’area di circa 500 metri quadri al suo legittimo proprietario, l’Autosoccorso Lauria, e di farlo con «rimessione in pristino» (quindi smantellando la strada) e pure a proporre allo stesso Lauria, entro 90 giorni, «il pagamento di una somma di denaro» non quantificata «a titolo di risarcimento danni».
Il Comune nella richiesta di sospensiva, ha spiegato che il costo per smantellare la “bretella” sarebbe di almeno 1,2 milioni di euro. Per timore che il ricorso potesse essere respinto, il giorno dell’udienza Palazzo Cernezzi ha invitato i legali di Lauria a un incontro per quantificare l’indennità dovuta, incontro sospeso subito dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso esclusivamente l’esecutività della demolizione.
Ma il Consiglio di Stato ha fatto anche altro: ha infatti imposto tempi ristretti per una decisione nel merito. E quindi ha convocato tutti per il 31 ottobre prossimo, quando deciderà se annullare oppure confermare la sentenza del Tar di Milano. In questo secondo caso, se nel frattempo non si fosse trovato un accordo e una soluzione tra Lauria e l’amministrazione, per il Comune ci sarebbe ben poco da fare se non distruggere un’opera viaria realizzata (hanno finora sancito i giudici amministrativi) violando i diritti di un privato.
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