Canottieri, si riapre il caso del ristorante: «Ora basta, devono andarci solo i soci»

La vicenda L’intervento del Comune dopo un esposto e ora il tema verrà discusso in assemblea. Il presidente: «Il contratto va rispettato». La controparte: «I clienti esterni ci sono sempre stati»

Como

L’attuale gestione del ristorante della Canottieri Lario per il presidente Claudio Salvagni, alla guida dell’associazione dall’inizio del 2025, è «intollerabile». In particolare, per Salvagni e il suo consiglio direttivo, che hanno ereditato il tema del ristorante dal consiglio guidato da Leonardo Bernasconi, non è più accettabile che al servizio offerto dal ristorante della Canottieri, gestito oggi da Veruska Vermi, possano accedere anche utenti esterni e non soci dell’associazione.

«Ma è sempre stato così - spiega Vermi - E lo dimostrano le fotografie di feste e altri eventi per utenti esterni organizzate negli anni prima della mia gestione, sempre qui dentro. Comunque, nel contratto che ho firmato non si parla di soci ma di utenti. La parola ha un significato chiaro».

L’utenza

Il contratto citato dalla ristoratrice è stato concordato, dopo undici mesi di contrattazioni con il consiglio direttivo guidato da Bernasconi, nel dicembre del 2022 e prevede il pagamento di un affitto di 36mila euro, per dodici anni. «Un affitto - specifica Vermi - più basso di quello di altre strutture simili perché noi abbiamo alcune limitazioni molto serie e frutto di lunghe contrattazioni: prezzi contenuti per i soci, per esempio, oltre all’obbligo di restare aperti sempre d’estate e sei giorni su sette d’inverno, anche quando c’è poca clientela. Ho uno staff di dieci dipendenti e l’affitto di fatto non funziona come un affitto di ramo d’azienda, tant’è che recentemente è stato necessario sostituire il forno e ho pagato tutto di tasca mia». Il tema del ristorante, situato nella struttura di viale Puecher, con una splendida vista sul lago, è riemerso nel 2024 quando un socio della Canottieri aveva indirizzato al sindaco Alessandro Rapinese una lettera protocollata in cui lamentava l’utilizzo improprio del ristorante rivolto anche a utenza esterna.

«Il ristorante per come la vedo io deve essere frequentato strettamente dai soci e dal loro entourage, quindi parenti e amici» è la posizione ribadita dal nuovo presidente Salvagni, che cita anche il canone di affitto agevolato (45mila euro) che la Canottieri paga a Palazzo Cernezzi per l’utilizzo della sede e che è giustificato dalla sua natura associativa e dalle finalità sportive. Non è chiaro se e per quale motivo l’attuale gestione del ristorante, coinvolto anche in un accordo con l’hospitality del Como 1907 per cui alcune tipologie di biglietti prevedono che il tifoso possa essere ospite per un aperitivo con buffet, possa comportare il venir meno del beneficio di cui gode l’associazione. «Il Comune ha sollevato la problematica della gestione del ristorante - spiega Salvagni - Il precedente consiglio direttivo ha interpretato questo “avviso” del Comune scegliendo di richiamare la gestione del ristorante al rispetto del contratto, ma questo non è avvenuto e l’attuale consiglio direttivo non può accettare questa situazione».

La prossima assemblea

«Con il mio affitto però l’associazione si paga più del 70% del canone per l’utilizzo della sede e questo molti soci lo sanno - chiarisce Vermi - Non ho problemi con il nuovo direttivo, ma ci tengo a precisare che ho sempre agito nel rispetto del contratto che ho firmato».

Per Salvagni invece la questione va affrontata: «Serve un confronto con gli altri soci perché la mia posizione è in contrasto con quanto deciso prima del mio arrivo». L’assemblea dei soci (400 circa) non è stata ancora convocata, ma è lì che ci si aspettano chiarimenti definitivi sulla vicenda.

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