Caos Pronto soccorso: «In attesa 21 ore»

La denuncia Il resoconto di un paziente entrato per problemi respiratori alle 22 e uscito alle 19 del giorno dopo

Como

Più di 21 ore d’attesa in Pronto soccorso per una sospetta polmonite. Niente contro il personale sanitario di turno - anzi c’è da ringraziare medici e infermieri - però il racconto dei pazienti che hanno avuto bisogno di recarsi nei giorni scorsi nel reparto di emergenza urgenza del Sant’Anna è preoccupante. Troppo pochi gli specialisti presenti, l’organico è sottodimensionato. E poi troppi casi spinosi, pazienti psichiatrici, persone in reparto che danno in escandescenze, difficili da gestire.

La ricostruzione

«Prima sono andato alle otto e mezza in guardia medica – racconta Vittorio Bernasconi, paziente comasco di 65 anni –, per colpa del Covid ho avuto problemi polmonari. Faticavo a respirare e, una volta auscultato, mi hanno suggerito di fare approfondimenti. Sono arrivato in Pronto soccorso verso le 22 e sono stato accettato alle 22.43». In codice azzurro, dunque intermedio.

Il signor Vittorio ha atteso seduto mentre la notte moglie e compagna senza ricevere risposte, timorose per la confusione in sala d’attesa animata da qualche sbandato, sono andate in Valduce per capire se lì sarebbe stato possibile effettuare prima un esame. Mancava però il radiologo, da chiamare solo per le urgenze molto gravi. «I pochi medici e infermieri presenti sono da ringraziare, ma non bastano e nel reparto arriva troppa gente pericolosa che fa confusione – dice Bernasconi –. Al mattino verso le 5.15 mi hanno rivisitato, dicendomi di aspettare per l’esame. Verso le nove mi hanno dato una barella, così da riposare. La lastra me l’han nofatta alle 11.20, durante l’arco della giornata mi hanno messo la mascherina per la ventilazione. Quindi il referto me l’hanno consegnato alle 19 e poco dopo sono tornato a casa con la diagnosi, una bronchite da curare».

«Sono preoccupata – aggiunge la compagna, Velia Bordessa - situazioni di attesa estenuante, pazienti lasciati senza assistenza per ore e operatori sanitari costretti a lavorare in condizioni insostenibili. Tutto ciò non solo compromette la qualità delle cure, ma mette a serio rischio la salute e la sicurezza di chi si rivolge al servizio in momenti di emergenza».

Tra venerdì e sabato in Pronto soccorso risulta esserci stato grande afflusso, fino a 95 presenze con diverse urgenze gravi accavallate. Alcuni pazienti segnalano anche un via vai di senzatetto che trascorrono nel reparto la notte. La mattina la direzione sanitaria ha fatto scendere degli specialisti di supporto, dalla Geriatria. I Pronto soccorso osservano negli ultimi giorni un aumento di accessi relativo a sindromi respiratorie.

La questione sicurezza

«Siamo consapevoli che l’attesa rappresenti un importante disagio e il personale è impegnato costantemente a limitare al massimo tali evenienze – la risposta di Asst Lariana -. Il Pronto Soccorso però è la struttura dedicata esclusivamente al trattamento delle emergenze e l’attribuzione di un codice di priorità al momento dell’arrivo, che prescinde dall’ordine d’accesso, serve a garantire ai casi più gravi di essere trattati per primi. Nel caso specifico, al paziente è stato assegnato un codice azzurro, indicativo di una bassa priorità ed è stato dimesso con una diagnosi meno grave rispetto a quanto riportato. Rispetto alla presenza di numerose persone in attesa, sono alcuni giorni, in particolare tra venerdì e sabato, il Pronto Soccorso del Sant’Anna registra un aumentato afflusso di pazienti, la maggior parte dei quali accusa sindromi attribuibili a virus para-influenzali. In tema di sicurezza, infine, la vigilanza interna effettua frequenti controlli e interviene in caso di necessità, in più al Sant’Anna è attivo il pulsante rosso di emergenza in contatto con la Questura».

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