
Cronaca / Como città
Domenica 14 Settembre 2025
Carducci, caos all’assemblea dei soci, ma la presidente nega: «Qualcuno ha fatto sceneggiate»
Il caso Maria Cristina Forgione nega quanto raccontato dai soci esclusi: «Ricostruzioni inesatte,l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio»
Clima incandescente venerdì sera in viale Cavallotti, nella sede dell’associazione Carducci dove era convocata l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio e per la surroga di tre nuovi consiglieri in sostituzione dei tre dimissionari. Motivo del contendere, la facoltà di voto di circa 35 nuovi soci che secondo la presidente Maria Cristina Forgione si sarebbero iscritti tardivamente e che per questo neppure avrebbero potuto partecipare. Alla fine l’ingresso nel Salone Musa - sede dell’assemblea - è stato autorizzato, ma è rimasto il veto sulla facoltà di voto.
La situazione
Si sono registrati momenti di altissima tensione, come quando dall’aula è stato cacciato uno dei soci storici, vale a dire il “dissidente” Gerardo Monizza, che aveva saputo del mancato rinnovo della sua iscrizione soltanto per vie traverse, e non - dice lui - con un comunicazione ufficiale; gli è bastato fare capolino nel salone per scatenare i suoi oppositori.
Chi c’era - al di là delle ragioni degli uni e degli altri, che come noto si fronteggiano sull’opportunità di sgomberare la sede o una parte di essa per dare accesso al Conservatorio - racconta di reazioni parecchio veementi, di urla e del ricorso a toni molto sopra le righe, a riprova del clima che ormai da mesi arroventa la vita dell’associazione. Livia Porta, già presidente del sodalizio - e a sua volta clamorosamente “espulsa” («ha mancato di rispetto al Carducci», aveva spiegato la presidente Forgione) - ha parlato di una vera e propria profanazione in riferimento a uno spazio, il Salone Musa, che mai prima di ieri, nella sua storia centenaria, aveva fatto da cornice ad una tale gazzarra. Insomma, il clima non migliora. A novembre è in programma una nuova udienza in tribunale.
La versione del giorno dopo
Clima “vivace” sì, ma nessuna tensione: «In relazione a quanto riportato sabato dalla stampa, è doveroso chiarire che la ricostruzione pubblicata non corrisponde ai fatti», sostiene Maria Cristina Forgione, avvocato nonché presidente dell’associazione Carducci, reduce dalla “vivace” assemblea dei soci che l’altra sera ha approvato il bilancio: «Non è vero che il signor Monizza (socio storico del sodalizio, ndr) sia stato “buttato fuori dalla sala”: la sua candidatura a socio non è mai stata deliberata dal direttivo, e l’episodio è stato strumentalizzato, trasformandolo in una spiacevole sceneggiata da parte di poche persone, alcune delle quali non iscritte o iscritte successivamente alla convocazione, alle quali era stato comunque consentito di assistere ai lavori».
«La convocazione dell’assemblea, regolarmente affissa in bacheca, era chiara e conforme allo Statuto e alla legge - spiega ancora la presidente -. I lavori si sono aperti nel rispetto dell’ordine del giorno. Il bilancio è stato approvato con una larga maggioranza, registrando soltanto 4 voti contrari e 1 astenuto, e sono stati ratificati i nuovi consiglieri. Al termine, hanno preso la parola, pur avendo solo titolo ad assistere, alcuni dei soci iscritti dopo la convocazione, sostenendo di avere diritto di voto».
«È importante sottolineare - prosegue - che la gran parte dei nuovi soci (un centinaio), ritenendo corretta la comunicazione della presidenza, non ha preso parte. Un’associazione vive di democrazia, ma anche di rispetto delle regole. Alla prossima assemblea chi è legittimamente iscritto potrà esercitare pienamente il proprio diritto di voto. È vero che il clima è stato vivace, ma tutto si è svolto nella normalità. Appare evidente che, a prescindere dall’esito dell’assemblea, l’intento di pochi fosse comunque quello di finire sui giornali. L’Associazione Carducci, con i suoi soci e sostenitori, prosegue invece con serenità il suo programma e la sua azione».
Sullo sfondo come noto, la “battaglia” legale in atto con il Comune per il controllo dei locali della sede di via Cavallotti nei quali si vorrebbe trasferire il Conservatorio.
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