Cronaca / Como città
Mercoledì 19 Novembre 2025
Carducci: il Comune vince il ricorso. Tornano i sigilli e Forgione finisce a terra
Lo scontro I giudici annullano i provvedimenti contro Palazzo Cernezzi, chiuso il civico 5. Durante le operazioni la presidente dell’Associazione cade a terra davanti alla polizia locale
Como
Nello scontro senza esclusione di colpi tra Comune e Associazione Carducci, la prima a cadere è la presidente Forgione. Nel senso letterale del termine: questo pomeriggio, durante l’ultimo movimentato capitolo della querelle con, sullo sfondo, il futuro dell’edificio di viale Cavallotti, l’avvocato Maria Cristina Forgione è finita a terra davanti agli agenti della locale. Arrivata l’ambulanza, la presidente del sodalizio culturale ha rifiutato il trasporto in ospedale.
Ma quanto avvenuto oggi è la dimostrazione di una situazione che sta andando ben oltre i confini di una querelle legale. Tanto che pure i giudici, nell’ennesima ordinanza sulla vicenda (che dà ragione al Comune), non ce l’hanno fatta a nascondere il proprio disappunto di fronte alle liti tra l’amministrazione e l’Associazione Carducci. E nell’accogliere il nuovo ricorso presentato da Palazzo Cernezzi contro un provvedimento del giudice Agostino Abate scrivono: «Questo collegio ha già formulato proposte conciliative» per arrivare «a un componimento» delle «ormai annose ragioni di conflitto», proposte «che avrebbero avuto il beneficio di portare a definire tutte le cause allo stato pendenti», il tutto però «senza sortire l’effetto sperato». E così proprio «per il comportamento processuale delle parti» alla fine gli stessi giudici hanno deciso di «compensare le spese di lite».
La battaglia legale
Riassumere l’intera vicenda è impresa ardua. Bastino citare i passaggi principali, con una premessa geografica: le ex Magistrali hanno due ingressi, il primo al civico 7 che conduce nei locali dell’Associazione Carducci il secondo al civico 5 che il Comune ha concesso al Conservatorio. Il 14 aprile dello scorso anno il Comune firma l’ordinanza di sgombero di Palazzo Carducci, al civico 5. Il successivo 15 novembre emette pure un provvedimento di decadenza della concessione dei due locali, oltre la sala musa, al piano terra del civico 7. Come dire: all’associazione resterebbe una sola aula, quella della segreteria.
Da quel momento è iniziata una battaglia legale e di nervi tra l’ente e l’associazione, con il Comune che ha tentato di sgomberare Palazzo Carducci una prima volta, scatenando la reazione del sodalizio che ha iniziato a presentare una serie di ricorsi d’urgenza. In particolare due di quei ricorsi, nei quali si chiedeva di impedire ogni azione all’amministrazione, sono stati accolti dal giudice Abate salvo poi essere revocati in appello dal Tribunale. L’ultima ordinanza è di ieri mattina.
Le reazioni politiche
L’immediata conseguenza è stato l’arrivo, a metà pomeriggio, di un furgone dell’ufficio tecnico comunale e della Polizia locale per procedere nuovamente a sigillare gli accessi al civico 5 di Palazzo Carducci. Mentre la presidente protestava contro quella che ha definito un’azione illegittima (l’avvocato Forgione ieri vaticinava anche possibili denunce), si è sentita male e si è accasciata al suolo.
Sull’accaduto interviene Fratelli d’Italia: «Sincera solidarietà alla presidente. La foto che la ritrae a terra è l’immagine più emblematica di questa amministrazione.Trattare il Carducci come un corpo estraneo da espellere con urgenza significa non comprendere il valore delle radici culturali di Como».
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