
Cronaca / Como città
Venerdì 15 Agosto 2025
Carducci, la storia infinita: un altro ricorso
Via Cavallotti Non si contano più documenti, appelli e pronunciamenti per la disputa fra Comune e associazione - La presidente Forgione ora chiede al giudice di esprimersi sulla competenza e sulla legittimità degli atti impugnati

Il braccio di ferro legale tra l’associazione Carducci e il Comune continua e si aggiunge ora un altro ricorso, questa volta al Tar, presentato dall’avvocato Maria Cristina Forgione, che è anche presidente dell’associazione culturale.
Ormai non si contano i ricorsi, i pronunciamenti, gli appelli, i reclami e le ordinanze sulla vicenda che vede sempre, come nodo del contendere, i locali di via Cavallotti ai civici 5 e 7. Il civico 5 è quello dato in concessione dal Comune al Conservatorio (il piano terra), ma al momento non utilizzabile per via dei lucchetti posti dall’associazione prima e poi per l’ultimo pronunciamento del giudice del tribunale di Como in urgenza (nel merito si entrerà il 2 settembre) che ha accolto l’istanza del Carducci presentata dopo che il Comune, forte di un’ordinanza del tribunale, aveva rimosso e sostituito i lucchetti.
Disputa annosa
Una vicenda molto intricata e ormai diventata tema di dispute legali con documenti, ricorsi e appelli che non si contano più. Il 2 settembre, come detto, è fissata l’udienza per il contraddittorio sull’ordinanza con il quale il giudice, a fine luglio, aveva ordinato «al Comune di Como, e/o suoi incaricati o comandati, di non porre in essere qualsiasi attività di limitazione, ostacolo o divieto dell’attuale occupazione da parte dell’associazione Giosué Carducci degli immobili siti in viale Cavallotti 5 e 7, e del corretto svolgimento delle attività ivi programmate, con divieto di sgombero o sfratto (il Comune era intervenuto in base a un’altra ordinanza del tribunale che aveva annullato le precedenti chiarendo, tra l’altro, che la competenza sulla materia è della giustizia amministrativa e non civile, ndr), fino alla revoca da parte dello scrivente del presente ordine e/o alla decisione nel merito della presente causa».
Le tappe
Intanto però all’inizio di agosto la presidente del Carducci ha depositato un ulteriore ricorso al Tar dal titolo molto tecnico “Ricorso in riassunzione a seguito di ordinanza definitiva emessa dal collegio del tribunale di Como – giudice onorario – in ambito di reclamo che ha dichiarato la mancanza di giurisdizione”. Nel documento vengono ripercorse tutte le tappe giudiziarie della vicenda partendo dall’ordinanza con cui il Comune, nel 2024, aveva intimato lo sgombero dei locali a cui poi sono seguiti innumerevoli ricorsi, reclami e pronunciamenti anche contraddittori tra di loro al punto che, ancora oggi, la questione è ferma e, con essa, la nuova sede del Conservatorio a cui si aggiunge il rischio di perdita del finanziamento ministeriale per la ristrutturazione del civico 5.
Ora l’associazione Carducci chiede al giudice amministrativo di esprimersi innanzitutto sulla competenza (chiede se condivide la decisione del Collegio del tribunale, che aveva indicato il Tar, o meno). In aggiunta chiede di esprimersi sulla legittimità degli atti impugnati per i quali ad oggi non si è configurata alcuna decadenza dalla impugnazione. Nel ricorso di oltre trenta pagine si chiede al Tar di «dichiarare nulli e/o annullabili e/o illegittimi gli atti e i procedimenti impugnati» (dallo sgombero alla decadenza della concessione) e di stabilire un risarcimento.
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