Caso suv, la replica del sindaco: «Provi a sostare così a Lugano»

La polemica Rapinese ribatte alla sfida lanciata dall’automobilista svizzero «Dice che parcheggia in divieto da 10 anni? Capisca che l’aria è cambiata»

«Dei suoi soldi faccio volentieri a meno. Provi a fare lo stesso a Lugano, se ne ha il coraggio». Il sindaco Alessandro Rapinese non le manda a dire all’automobilista svizzero multato sabato notte dopo che aveva lasciato il suo suv parcheggiato in via Grassi, in piena Ztl. Quando il mezzo era già stato messo sul carro attrezzi perché intralciava il traffico era arrivato il proprietario che, per prima di riottenerlo, aveva dovuto pagare subito la sanzione e il costo del trasporto per un totale di circa 300 euro. Dopo aver visto che storia della sua vettura (che costa come un appartamento) era diventata protagonista della domenica in Italia e non solo, anziché il silenzio ha scelto di dire la sua.

«Porto soldi a Como»

Il sito svizzero liberatv.ch ha infatti pubblicato le considerazioni dell’automobilista che si è visto il Suv sul carro attrezzi. Una serie di considerazioni, tra le altre, che vanno dal «ho messo la macchina lì per spendere soldi nella città della quale è sindaco» in virtù del fatto che «non ci sono posteggi da nessuna parte e purtroppo l’unica scelta era mettere la macchina dove la metto da dieci anni». Parole, quella del proprietario dell’auto di lusso ticinese, che sono rimbombate come una sfida al di qua del confine e a Palazzo Cernezzi in particolare.

«Se per dieci anni dalle precedenti amministrazioni gli è stato consentito di parcheggiare come ha fatto sabato notte - aggiunge Rapinese - capisca che l’aria è cambiata». E ancora: «Io ho un sacco di amici svizzeri e penso che non siano orgogliosi di avere un connazionale con queste abitudini». E poi la chiusura lapidaria: «Como accoglie tanti, ma non tutti».

La notizia del suv con targa ticinese finito sul carroattrezzi a due passi da piazza Volta e, soprattutto, l’intervento del proprietario dell’auto, è stata senza dubbio la più commentata nella giornata di ieri.

La notizia più letta

Già in campagna elettorale la provocazione lanciata da Rapinese di prevedere un carroattrezzi ad hoc per le targhe ticinesi, non aveva mancato di suscitare reazioni oltre confine. Ecco quindi che l’auto rimossa sabato notte (non è stata, come detto, portata in deposito soltanto per il concomitante arrivo del proprietario e il pagamento immediato della sanzione e del costo del carro attrezzi) ha scatenato una importante eco in Ticino.

Le parole del proprietario, però, hanno letteralmente fatto imbizzarrire non solo Palazzo Cernezzi, ma anche tantissimi lettori. Anche tanti frontalieri hanno detto la loro sottolineando come i radar per la velocità vengano messi nelle strade principalmente battute da chi attraversa il confine per lavorare e negli orari in cui tornano in Italia. E chi ha il piede pesante finisce subito fotografato e sanzionato.

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