Chiusura dell’asilo di Ponte Chiasso, Pd e Circolo di Como Nord contrari: «Basta trattare le persone come numeri»

Istruzione La decisione del Comune di procedere alla chiusura della scuola dell’infanzia a partire dal prossimo anno ha suscitato diverse polemiche nell’opposizione

«Basta trattare le persone come numeri». Il Pd di Como e il Circolo di Como Nord si esprimono con parole moltro dure contro la decisione del Comune di chiudere definitivamente, a partire dal prossimo anno, la scuola dell’infanzia sita a Ponte Chiasso.

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Ma per Pd e Circolo di Como Nord «le motivazioni del Sindaco a sostegno della chiusura della scuola dell’infanzia di Ponte Chiasso si basano solo su numeri, percentuali di occupazione e addirittura su una stima delle distanze dalle due scuole più vicine a quella di cui si annuncia la chiusura. E comunque 28 bambini, e quindi 28 famiglie non sono certamente pochi».

La motivazione addotta dalla relazione stilata dal dirigente del settore Opere pubbliche, l’architetto Luca Noseda, è legata alle proiezioni demografiche relative a Ponte Chiasso che, nei prossimi tre anni, permettono di stimare una media di 30 alunni per anno scolastico, con un’occupazione degli spazi pari quindi al 38%.

«Poi, ovviamente, - continua il comunicato di Pd e Circolo di Como Nord - c’è la solita motivazione basata sui costi: risparmio di energia elettrica, di manutenzione e di gestione. Ormai l’amministrazione comunale si comporta come quelle imprese che pensano solo a fare utili. Invece di investire, programmare e progettare, preferisce tagliare senza valutare le ripercussioni sociali delle proprie scelte. Il welfare indiretto attraverso l’erogazione di servizi essenziali quali quelli forniti da una scuola d’infanzia non conta più nulla, nonostante l’ assemblea che si è svolta il 18 settembre alla scuola primaria di Ponte Chiasso. In quella occasione genitori e docenti hanno fatto proposte precise e richieste concrete per non chiudere la scuola materna».

Non basta, alla decisione del sindaco viene contestato anche di aver paragonato il percorso da una scuola all’altra - la relazione cita infatti anche i plessi di Monte Olimpino e Sagnino - in linea d’aria «quando a piedi, in auto o in autobus, la distanza è decisamente più ampia e il tempo necessario, nell’ora di punta, non indifferente».

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