Ci teniamo Trenord altri dieci anni
Ma sui ritardi nessuno sa che fare

Fabio Pizzul (Pd): «Prima la Regione dovrebbe pensare a migliorare i servizi» - Orsenigo: «Scelta insensata». L’assessore: «Solo propaganda, il rinnovo non c’è ancora stato»

Como

I treni lombardi affidati fino al 2030 a Trenord. Il Pd va all’attacco evidenziando i ritardi e i disagi subiti dai pendolari. L’assessore regionale alla mobilità Claudia Maria Terzi confermando l’intenzione si è invece difesa spiegando che non ha lesinato critiche alle società di trasporto ferroviario.

Al Pirellone, in risposta ad un’interrogazione presentata dal capogruppo dei democratici Fabio Pizzul, l’assessorato ai trasporti ha spiegato di lavorare ad un rinnovo decennale del servizio ferroviario con Trenord.

Così sancisce una delibera di giunta approvata a fine dicembre. «L’assessore Terzi ha chiarito che la Regione non ha deciso che cosa fare al termine del contratto con Trenord – dice Pizzul - ma che l’unica ipotesi su cui sta lavorando è il rinnovo per, addirittura, dieci anni. Non c’è in compenso la volontà di chiedere migliori servizi. La Regione sul trasporto ferroviario continua a brancolare nel buio».

Le associazioni dei pendolari di linee sfortunate come la Chiasso Como Milano che tra l’autunno e l’inverno hanno accumulato ritardi e cancellazioni hanno più volte chiesto alla Regione di trovare soluzioni nuove. «Insomma, nessuna riflessione da parte dell’assessore sullo stato delle cose – rincara la dose Angelo Orsenigo, consigliere regionale comasco - nessuna spiegazione di questa volontà di blindare il servizio ferroviario per un tempo così lungo e nessuna volontà di ragionare su cosa chiedere a chi gestirà i treni a partire dal 2021. La Terzi si è semplicemente appellata a un obbligo formale, per non chiudere le porte a Trenord. Ma stiamo parlando di un servizio fondamentale e con queste modalità Regione Lombardia non fa altro che confermare la sua scarsa capacità di programmazione. Un affidamento diretto e con i paraocchi rischia di tarpare le ali a una soluzione davvero innovativa». Di affidamento diretto si parla perché per ora siamo in assenza di una gara d’appalto.

«Non ho mai lesinato critiche anche aspre a Trenord o a Rfi – ribatte Claudia Maria Terzi - ma era sufficiente leggera la delibera approvata a dicembre per capire che non è stato ancora rinnovato il contratto a Trenord. Le norme europee obbligano a deliberare una pre-informativa per lasciare aperta la porta dell’affidamento diretto e così abbiamo fatto. Come ho già avuto modo di dire, la gara per l’affidamento del servizio ferroviario non è né una panacea né un dogma e non è a priori una garanzia di maggiore qualità. Ricordo che Trenitalia non potrebbe partecipare alla gara in quanto socia al 50% di Trenord. Le stesse Regioni a guida Pd, come la Toscana, hanno scelto l’affidamento diretto a Trenitalia proprio per evitare, in assenza di veri competitori, inutili lungaggini burocratiche».

Per Terzi le scelte della giunta non determinano violazioni. Quanto al Pd «è un disco rotto che fa propaganda sulla pelle dei pendolari».

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