Ci vogliono sei mesi per il rilascio del passaporto. La questura: «Richiesta enorme dopo il lockdown»

Documenti La segnalazione arriva da un lettore indignato che ha ottenuto il suo appuntamento solo per metà aprile, secondo il gabinetto della questura di Como la ragione è legata anche alla pandemia

La segnalazione: «Sei mesi di tempo per avere un passaporto elettronico. Per un paese che si reputa all’avanguardia a mio modesto parere è una vergogna».

La segnalazione arriva e da un lettore impegnato in queste settimane nella trafila per prenotare un appuntamento per il rilascio del documento valido per l’espatrio fuori anche dai confini dell’Europa. «Abbiamo prenotato in data odierna – racconta Maurizio Bargna – Ebbene, la prima data disponibile è risultata essere dopo la metà di aprile, vale a dire tra sei mesi. Per un paese che si reputa all’avanguardia è una vergogna». Poi la chiosa: «Sono convinto che la colpa non sia da ascrivere componenti dell’ufficio in questione che al contrario sono stati solerti».

Abbiamo girato la lamentela all’ufficio di gabinetto della Questura di Como che ci ha risposto fornendo spiegazioni indirettamente anche al lettore: «Como, numeri alla mano, è tra gli uffici più performanti d’Italia – spiega Andrea Esposito, capo dell’ufficio di Gabinetto di viale Roosevelt – Aggiungo però anche che dopo la chiusura per il lockdown in seguito alla pandemia, si è abbattuta su tutte le questure d’Italia una richiesta enorme di passaporti. Ed è questo il motivo per cui, con la procedura ordinaria, se non si hanno esigenze particolari, l’agenda può arrivare fino a cinque o sei mesi come nel caso segnalato».

«Il nostro ufficio – prosegue il capo di Gabinetto – consegna nell’ordinario, tutti i giorni di apertura, circa ottanta passaporti prenotati cui devono essere aggiunti altri venti o trenta documenti che rientrano tra le urgenze. Quindi, possiamo parlare di non meno di cento passaporti che i cittadini ritirano quotidianamente. Nei mercoledì del cittadino inoltre la cifra sale anche a 140, comprese le urgenze». E per urgenze, occorre sottolineare, si tratta di situazioni «adeguatamente provate e motivate» in cui la questura interviene per «garantire un percorso più veloce per ottenere il passaporto». Pur ribadendo, conclude Esposito, che «i nostri tempi, anche se confrontati con quelli di questure molto più grandi, sono tra i più celeri d’Italia».

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