Commissariata la Croce Rossa: «Gestione dei migranti irregolare»

Comitato di Como Roma azzera i vertici locali soltanto un anno e mezzo dopo le elezioni: «Sul centro di accoglienza violate le norme in materia di sicurezza e la dignità delle persone»

Como

La Croce Rossa di Como è senza pace. A neppure un anno e mezzo dalle prime elezioni dopo ben quattro anni di commissariamento, il Comitato di via Italia Libera è di nuovo commissariato: «Gravissime violazioni nella gestione del centro migranti».

Dopo anni senza guida, colpa delle voragini nel bilancio lasciate dalla precedente gestione e finite all’attenzione dei giudici, il comitato dei soccorritori di Como era uscito dalla crisi soltanto nella primavera di un anno fa. Ora ecco il nuovo commissariamento, così ha deciso la Croce Rossa nazionale dopo alcuni controlli scattati a Lipomo a metà giugno e dopo che la Prefettura stessa ha formalizzato una serie di contestazioni sul fronte della gestione del centro di primissima accoglienza dei migranti.

«Ripristinare la legalità»

«Nella relazione sono state evidenziate e documentate gravissime irregolarità - si legge nella delibera di commissariamento, firmata ad agosto - nella gestione del centro e nella tutela della salute, sicurezza e dignità delle persone ospitate. Considerate in particolare le compromesse condizioni igienico sanitarie, la violazione delle norme in materia di sicurezza, una gestione inadeguata della distribuzione dei pasti, diffuse carenze organizzative e gestionali e molteplici inadempienze contrattuali. Preso atto della manifesta e persistente insufficienza delle controdeduzioni presentate dal Comitato di Como, le quali non hanno fornito elementi idonei a chiarire in maniera puntuale, completa e convincente le criticità evidenziate, a fronte della nota di richiesta di chiarimenti formulata dal presidente nazionale».

L’ormai ex presidente Paolo Beretta non commenta l’accaduto. Le accuse però sono pesanti, si parla di «inazione» a fronte di «accertate violazioni sanitarie» e ancora di «gravi pregiudizi per la tutela dei bene e l’onorabilità del Comitato». La delibera, firmata dal presidente nazionale Rosario Gianluca Valastro, è tesa a «ripristinare la legalità, la trasparenza e la conformità operativa della Croce Rossa», detto che quanto accaduto secondo i vertici romani dei crocerossini «lede l’immagine e l’integrità dell’associazione».

Un nuovo commissario

Il centro migranti a Lipomo era stato aperto a metà 2023. Poco prima dell’estate la Croce Rossa ha tentato di spostare il servizio per l’accoglienza in un capannone privato ad Albate, progetto poi naufragato. Nel frattempo Prefettura e vertici nazionali della Croce Rossa, hanno riscontrato una serie di irregolarità nel centro di primissima accoglienza, tanto che nella gestione è subentrata la Croce Rossa nazionale, che ha firmato una proroga del servizio con la Prefettura fino al termine di quest’anno.

Davvero non ha pace il Comitato di Como e deve ancora a fatica uscire da un concordato che ha il sapore di un quasi fallimento, per il clamoroso buco in bilancio che si è creato tra il 2018 e il 2020. Debiti da saldare ancora ingenti, con fondi non così scontati da reperire.

Ora il nuovo commissariamento durerà almeno sei mesi, fino comunque «al superamento delle criticità». Con poteri di straordinaria amministrazione è già stato nominato Emilio Ghiringhelli, storico e navigato volontario della Croce Rossa, da sempre impegnato a livello regionale ha già guidato diversi tavoli tecnici.

A Como intanto tra i pochi dipendenti rimasti c’è grande amarezza, come tra i tanti volontari, molti dei quali si sono allontanati dalla sede di via Italia Libera stanchi per le vicissitudini vissute dal Comitato lariano.

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