Como, 30 posti nel nuovo dormitorio
E gli irregolari resteranno fuori

Apertura prevista nell’arco di un mese ma prima accordo con Asst e incarico a un gestore. Su 80 senzatetto regolari 25 risiedono in altri Comuni

Due condizioni per poter arrivare all’apertura del nuovo dormitorio in via Cadorna: l’accordo con l’Asst Lariana (proprietaria dell’immobile) e l’individuazione di un soggetto che dovrà occuparsi della gestione. Due variabili che, secondo quanto trapela da Palazzo Cernezzi, potrebbero richiedere qualche settimana di tempo. L’obiettivo, non dichiarato, ma su cui sta lavorando l’amministrazione, è quello di arrivare all’apertura nell’arco di un mese.

I nodi da risolvere

Gli spazi, allestiti nei mesi scorsi come appoggio per accogliere eventuali senzatetto con il coronavirus in modo da garantire loro l’isolamento previsto dalle norme (situazione che, fortunatamente, non si è verificata non essendo stati rilevati contagi) sono praticamente pronti. Ci sono già i letti (una trentina) e i lavori necessari erano già stati eseguiti. In pratica si potrebbe aprire subito. Prima però, come detto, servirà individuare chi si occuperà di gestire l’accoglienza. A stretto giro dovrà essere concordata, come detto, una convenzione con l’Asst. Sul tavolo ci sono temi come la durata dell’accordo (almeno un anno), ma anche le spese (dal riscaldamento all’elettricità) e le responsabilità nell’utilizzo dello stabile. Dal direttore generale Fabio Banfi, come aveva fatto sapere il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia) è già arrivata la disponibilità di massima, ma andranno comunque formalizzati i documenti.

In zona via Cadorna si registrano malumori di negozianti e residenti che avevano anche contattato, nei giorni scorsi, alcuni consiglieri comunali. La soluzione, però, sembra ormai aver trovato largo consenso anche all’interno della stessa maggioranza (Lega esclusa) anche per la collocazione dell’edificio che si trova vicino alla Croce Rossa, ma anche alla Questura. Su una cosa in Comune sono chiari e mettono le mani avanti: nella struttura potranno entrare persone senza fissa dimora italiane o straniere purché in regola con documenti e permessi. Agli irregolari l’accesso sarà vietato e nei loro confronti, una volta attivato il servizio in via Cadorna, verrà adottata la linea dura.

In 70 senza permessi

A Palazzo Cernezzi hanno anche fatto degli approfondimenti sulle persone che dormono in strada. In consiglio comunale l’assessore ai Servizi Sociali Angela Corengia aveva dichiarato che «nei dormitori che hanno funzionato nel periodo invernale abbiamo contato 80 persone regolari, di cui 25 provenienti da altri Comuni, enti con i quali stiamo ove possibile discutendo almeno per le spese. Ci sono poi 70 persone non regolari». Una sessantina sono in via Napoleona e altre alla Casa Ozanam. Si aggiungeranno i trenta posti di via Cadorna. Resterà, comunque, il problema di chi non è regolare che non potrà usufruire dell’accoglienza. Tema, questo, su cui si era espresso anche il deputato di Fratelli d’Italia, il comasco Alessio Butti. «Ci sono clandestini? - ha scritto - vanno rimpatriati ai sensi di legge, le autorità preposte si attivino». Ma aveva sferzato l’amministrazione dicendo: «Non lasciate che trascorra altro tempo. Temporeggiare non soddisferà nessuna delle posizioni in campo. Si può con uno sforzo di mediazione e intelligenza coniugare la posizione di chi, giustamente, pretende decoro e sicurezza in città, con quella di chi invoca una forma di attenzione e solidarietà per gli emarginati. Le due posizioni possono e forse devono avere un identico punto di arrivo: un ricovero di emergenza, dignitoso e sicuro per tutti». E il punto di convergenza sarà, slavo ulteriori ritardi, via Cadorna..

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