Como: «A scuola mille regole
Sui bus tutti vicini»

La rabbia dei presidi: i vertici scolastici parlano di «controsenso»: distanze in aula, ma sui mezzi nessuna. Iaia (Ciceri): «Creano difficoltà che poi noi dovremo gestire». D’Antonio (Giovio): «Situazione paradossale»

«È un controsenso». Mentre all’interno delle scuole si è alle prese con misurazioni, distanziamenti, “rime buccali” (distanza di un metro da bocca a bocca) e percorsi differenziati, sui bus si va verso il ritorno alla normalità pre Covid, quando i ragazzi comaschi viaggiavano stipati come sardine, spesso accalcandosi alla porta nella speranza di salire e trovare un pertugio in cui infilarsi per il tragitto.

L’ordinanza regionale

Se venisse riconfermata l’ordinanza regionale anche per l’inizio delle lezioni, quindi obbligo di mascherina, tutti i posti disponibili a sedere e la limitazione del 50% per chi sta in piedi, si verificherebbe la strana situazione per cui i ragazzi arriverebbero verosimilmente ammassati a scuola, nei mesi sensibili a una nuova ondata pandemica, salvo poi non potersi sfiorare appena varcato l’ingresso dell’istituto.

Una condizione stridente, non apprezzata per nulla dal mondo della scuola comasco. «Sicuramente è un controsenso – spiega Vincenzo Iaia, dirigente del Ciceri e presidente provinciale Anp – peraltro, pone difficoltà e problemi che poi dovremo gestire. In queste settimane stiamo predisponendo percorsi distanziati, mentre sui trasporti i ragazzi rischiano di viaggiare ammassati».

Nei giorni scorsi, Asf ha fatto sapere che toccherà agli autisti e ai controllori la verifica sulla capienza, evitando che fra salite e discese il numero di passeggeri sul bus sia maggiore di quello consentito. Pur con tutto l’impegno, la fiducia e la buona volontà, considerato “l’assalto” ai bus di solito in scena, diventa difficile credere si possa fare un calcolo preciso al centesimo e non “spannometrico”.

Peraltro, sottolineano i dirigenti delle superiori, l’aver alzato la capienza dei bus vicina ai livelli standard, non consentirà comunque a tutti gli alunni di raggiungere la propria classe. Questo perché, pur con quasi la totalità dei posti disponibili, servirebbero in ogni caso corse aggiuntive. Ma, sul punto, come ribadito più e più volte da Asf e dall’agenzia del Tpl, non si discute. Così come non saranno acquistati nuovi bus o ingaggiati altri autisti, magari dalle società private ora inattive causa Covid.

Tra norme e timori

Il preside del Giovio Nicola D’Antonio si chiede come mai, per esempio, i docenti oggi possano muoversi ed entrare in qualsiasi posto liberamente meno che a scuola, dove vigono ancora disposizioni stringenti, nonostante siano vuote. «Me lo dovranno spiegare – dice ironicamente – ovunque sembra sia tornata la normalità, solo a scuola sussistono ancora tante limitazioni. È paradossale: sui treni si sale e si viaggia, in strada si gira tranquillamente e sovente si creano assembramenti, ma nell’istituto vigono ancora regole ferree».

Sebbene possa essere comprensibile la paura della ripresa dei contagi attraverso i ragazzi, per il dirigente non è invece concepibile non avere ancora a disposizione determinati protocolli e ordinanze, per esempio sulla didattica a distanza e sui corsi di recupero. «Manca poco più di un mese – conclude – e su tanti aspetti non sappiamo ancora nulla».n 
A. Qua.

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