Como: accampati in strada,
sono sempre di più. Il Comune non decide

Emergenza freddo: cresce il numero dei senzatetto ma l’amministrazione tarda a riattivare il servizio. Don Messaggi: «Notti al gelo, occorre dare risposte»

Mentre il Palazzo continua a non decidere (lunedì sera è stata bocciata la proposta delle grate), cresce il numero delle persone che dormono per le strade della città. C’è San Francesco, certo ma non soltanto. Basta passare dal Crocifisso o andare dietro alla stazione di San Giovanni per rendersi conto di quanto sia critica la situazione. Peraltro l’autunno ha abbassato di molto le temperature, la notte si gela e ciò nonostante il Comune non ha ancora sciolto il nodo emergenza freddo.

Cantiere aperto

Il confronto è aperto tra Palazzo Cernezzi, enti caritatevoli e volontari, si discute su dove e come organizzare il servizio. L’assessorato ai servizi sociali retto da Angela Corengia non ha ancora dato indicazioni precise. Il dibattito, fermo da mesi, sembra però ormai giunto ad un punto fermo. Il tendone della Caritas senza più il centro di via Sirtori destinato a diventare una Rsa, tornerà dietro all’università dell’Insubria dove tradizionalemente viene organizzata la fiera di Sant’Abbondio. Era così fino a qualche anno fa. Questa soluzione è l’ultima scelta possibile per non arrivare alle porte di novembre del tutto impreparati. Ora però la parola d’ordine à non perdere altro tempo. Il Tavolo per la grave marginalità vuole una decisione nel giro di una settimana. «Il tendone dietro a Sant’Abbondio è un’ipotesi per avere un termine - dice don Andrea Messaggi, rettore della Basilica di Sant’Abbondio - una risorsa ultima che però sta smuovendo altre ipotesi. Società civile e istituzioni stanno dialogando. Tempo una settimana bisognerà scegliere. Per ora il freddo è ancora accettabile, ma il termometro si abbassa».

Si starebbe ragionando sulla possibilità di utilizzare anche degli stabili al coperto senza i quali l’accoglienza sarebbe sguarnita. Su quali siano gli edifici al vaglio però resta il più stretto riserbo. Altri punti d’appoggio sono la palazzina ex Asl di via Cadorna verrà svuotata dal Sert in fase di trasferimento in via Carso entro fine ottobre. Lo spazio era già stato in primavera per il ricovero dei senza fissa dimora positivi al Covid. C’è poi l’oratorio di San Rocco già a disposizione ai tempi di don Roberto e la palestra di via Perti, una struttura però scolastica usata nelle fasi del lokdown.

La strategia

Utilizzare più centri serve anche a non concentrare troppo l’utenza al tempo del Covid. La città deve anche decidere delle sorti della mensa, servono nuovi e più ampi spazi, ad oggi avviene all’aperto vicino all’ex combattenti solo la distribuzione dei sacchetti con il pranzo o la cena. Infine in via Milano alta i volontari hanno ricevuto l’ok del Comue per distribuire da un magazzino le coperte per i senzatetto. Certo quest’anno rispetto alle certezze del passato offerte dalla Caritas gli interrogativi sono ancora tanti e siano in ritardo.

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