Ospedale, l’infermiere sospeso: si indaga su 14 episodi di furto

L’inchiesta Tutte le denunce raccolte riguardano il reparto “Medica 3” - L’indagato respinge le accuse: «Entravo nelle camere solo per medicare»

Como

Sono 14 i furti – tutti avvenuti nel reparto “Medica 3” del Sant’Anna – su cui la Procura di Como sta indagando per cercare di ricostruire punto per punto quello che avveniva nei corridoi dell’ospedale. Tra questi 14 casi ci sono anche i due che sono stati attributi all’infermiere di Como sospeso dal servizio per nove mesi (per decisione del giudice) e che nella giornata di ieri ha presentato all’azienda le proprie dimissioni.

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L’uomo, Antonio Combatti, 43 anni, è indagato per furto e tentato furto e le verifiche che sono in corso, condotte dal posto di polizia del Sant’Anna, riguardano appunto l’incrocio tra le segnalazioni dei furti subiti e le presente al lavoro del sospettato, visto che da quanto è stato possibile appurare tutte e 14 queste denunce (12 delle quali per il momento a carico di ignoti) sarebbero avvenute non solo nello stesso reparto ma anche nella stessa sezione di camere che accoglieva l’attività dell’infermiere sospettato.

Poche decine di euro

Ad aggravarne la posizione c’è anche il fatto che la scorsa estate, nel suo periodo di ferie, di furti in corsia in quel reparto non ne erano stati segnalati, ma questa può anche essere una coincidenza. Tra l’altro, la difesa avrebbe già depositato in Tribunale il piano delle presenze da gennaio ad ottobre del 2024, mostrando come in almeno quattro occasioni l’infermiere non era in servizio. Anche su questo punto sono in corso le verifiche da parte degli agenti del posto di polizia.

Ciò che invece combacia alla perfezione sono le modalità descritte dei furti, avvenuti allo stesso modo dei due già formalmente contestati all’infermiere nella misura che l’ha sospeso dal lavoro. L’uomo, secondo quello che ritiene l’accusa, entrava nelle camere durante le ore di presenza dei parenti, li invitava ad uscire dal locale con un pretesto (spesso dicendo di dover valutare il malato) e poi rubava dalle borse rimaste incustodite sulle sedie, approfittando del fatto di essere rimasto da solo. Questo era stato raccontato nella prima denuncia datata 9 giugno 2024, questo era accaduto anche nella seconda denuncia del 20 ottobre scorso, ma questo racconterebbero anche le altre vittime dei fascicoli per il momento rimasti a carico di ignoti. Colpi sempre per poche decine di euro, al massimo 50, contanti che i parenti dei malati tenevano nelle borse.

Ha negato tutti gli addebiti

I fatti descritti abbraccerebbero un arco di tempo che va dal gennaio fino appunto al mese di ottobre. L’infermiere sapeva di essere finito nel mirino degli agenti del posto di polizia e della procura, tanto che la scorsa settimana era anche stato interrogato dal giudice delle indagini preliminari in un passaggio obbligatorio prima dell’emissione di questo tipo di misura. Di fronte al gip, assistito dall’avvocato Massimo Guarisco, il quarantatreenne di Como aveva negato tutti gli addebiti, dicendo di essere entrato in quelle camere solo per medicare i malati.

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