Como: gli enti locali si arrendono
«Niente bus, lezioni online»

Parla il presidente dell’Agenzia del trasporto pubblico: «Impossibile raddoppiare i mezzi. Dovrà restare a casa il 50% dei ragazzi»

Non bastano gli autobus per gli studenti? «Lezioni online per il 50%».

Questa, in estrema sintesi, è la risposta che danno la Provincia di Como e l’Agenzia del trasporto pubblico locale al bisogno, con l’epidemia ancora in corso, di garantire il trasporto scolastico rispettando le misure anti contagio.

Sul tema le certezze sono ancora poche, a due settimane dall’avvio delle lezioni. Il Governo deve chiarire obblighi e norme sulle corse, se varrà solo la mascherina o anche il distanziamento sui sedili e per i posti in piedi. Molte Regioni spingono per avere maggiori libertà e far salire a bordo tutti gli alunni, medici e scienziati remano invece dalla parte opposta.

Le soluzioni

«Attendiamo indicazioni – dice il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca – è da giugno che regna la confusione. Si decidano. Noi comunque senza soldi e autorizzazioni regionali non abbiamo risorse per potenziare il servizio o comprare altri bus. Salvo chiedere ai privati un servizio aggiuntivo. A questo punto, per tre o quattro mesi sarebbe meglio lavorare sulla didattica online, almeno per il 50% dell’utenza delle superiori. Istituti e provveditorato potevano pensarci». Per comprare bus serve prima produrli, fare i bandi, ci vogliono mesi. Va bene, ma i bus per gli studenti sono da anni strapieni, il servizio extraurbano ha subito molti tagli. Nel frattempo anche a livello locale due corriere non si potevano trovare? «In base alle disposizioni attuali i bus già pieni non bastano lo stesso – dice Angelo Colzani, presidente dell’Agenzia Tpl di Como, Lecco e Varese – possiamo mettere qualche pezza sulle extraurbane più affollate, possiamo offrire dei servizi aggiuntivi agli studenti che devono andare in laboratorio. Ma non possiamo raddoppiare i bus. E il tempo ormai è troppo stretto. Io suggerisco lezioni online per il 50% degli studenti».

La didattica sul web ha dimostrato di non funzionare per tutti, così almeno hanno sostenuto molti docenti e anche molti genitori. Di sicuro non funziona per le scuole elementari dove le relazioni e la partecipazione hanno un’importanza fondamentale. Basta valutare l’attenzione in cameretta da soli davanti al pc come fattore assai delicato, da gestire soprattutto se l’alunno abita in contesti fragili e poco seguiti.

In piedi e seduti

Ad oggi comunque sui bus di Asf vige l’ordinanza regionale valida fino al 10 settembre. «Su autobus, filobus, tram, metropolitane, treni, servizi di navigazione e trasporto funiviario è consentito occupare tutti i posti a sedere. I posti in piedi possono invece essere occupati, a seconda dei casi, per il 25% o il 50% della capienza totale per la quale il mezzo è omologato». Se il governo dovesse decidere per un contingentamento dei posti anche solo in piedi è possibile che le Regioni, Lombardia compresa, si oppongano, salvo imporre per tutti da Roma l’ordinanza. Sul tema, che spaventa soprattutto docenti e presidi, è atteso a breve un punto definitivo. Lo ha chiesto da queste colonne anche il provveditore Roberto Proietto. Che ha sottolineato come da giugno ad oggi nessuno abbia compiuto almeno un piccolo passo avanti.n 
S. Bac.

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