
Cronaca / Como città
Lunedì 16 Giugno 2025
Dai parapetti storici a quelli bocciati: «Va fatta chiarezza»
L’opera La vicenda ricostruita in un’interrogazione del consigliere Orsenigo (Pd) al presidente Fontana - I nodi chiave: l’addio ai timoni, i costi e le procedure
Il caso dei parapetti sul lungolago per i quali, dopo la bocciatura arrivata in modo pressoché unanime del campione posizionato a metà maggio, è atteso il parere formale della Soprintendenza, finisce intanto in Regione. Il consigliere del Pd Angelo Orsenigo ha presentato un’interrogazione scritta molto dettagliata e lunga sette pagine, nella quale chiede conto al presidente regionale Attilio Fontana e all’assessore agli Enti locali Massimo Sertori di una serie di questioni che vanno dai parapetti storici a quello di prova contestato, passando per spese per i restauri, previsioni di costi, gare e procedure passate e future.
Nel dettaglio, dopo una ricostruzione che parte dalla decisione della Regione del 2016 di occuparsi in prima persona dell’opera antiesondazione revocando al Comune l’incarico di soggetto attuatore, vengono ricordate le indicazioni sui parapetti contenute nella sezione del sito web regionale “Diario delle paratie”, aperta per garantire la massima trasparenza sul cantiere. In particolare Orsenigo fa riferimento alle parole sul recupero del parapetto storico, al suo restauro, e all’impegno di procedere con copie identiche all’originale. Parlando del costo complessivo dell’opera nell’interrogazione si legge, facendo riferimento a una delibera di giunta del 2021, che «veniva elevato a 18.539.569 euro» e che «dalla lettura della delibera si desume che all’incremento concorreva anche, per una cifra di 680mila euro il bisogno di provvedere a “fornitura e posa del parapetto nel tratto Piazza Cavour - Sant’Agostino, utilizzando una tipologia simile a quello storico preesistente ed in parte già restaurato integrandolo per le parti mancati”».
Nel 2022, le cifre salivano a «22.539.569 euro e come dettagliato nella delibera, l’incremento complessivo di 4 milioni derivava per 500mila euro dalle prescrizioni della Soprintendenza sulla pavimentazione lapidea della passeggiata e per 3,5 milioni da altre spese precedentemente non previste, tra le quali il completamento del parapetto storico su tutto il tratto di lungolago interessato dai lavori». La ricostruzione prosegue poi citando “La Provincia” che, nel 2023, scriveva che i parapetti storici non sarebbero più potuti essere collocati e dà conto dell’incarico alla società Artelia per «i servizi tecnici relativi alla progettazione della fornitura, realizzazione e posa in opera del parapetto fronte lago di Como».
Orsenigo scrive che il 26 febbraio scorso alla stessa società è stato dato un incarico «per la progettazione, realizzazione e posa del prototipo di parapetto (quello poi contestato, ndr) assegnato definitivamente ad Artelia per un importo pari a 38.706,97 euro».
A marzo il cda di Aria ha approvato il programma per le gare prevedendo «la realizzazione della gara denominata “Parapetto storico - paratie Como - Fornitura e posa” con durata di contratto pari a 42 mesi e costi totali per 2 milioni». E proprio la denominazione della gara di fine marzo è tra i quesiti dell’interrogazione. Nel documento il consigliere dem chiede se e quanto Regione abbia speso per il restauro del parapetto storico e quanto era stato stimato nel 2023 per il nuovo parapetto. E ancora chiede dettagli su approfondimenti tecnici e normativi erano stati fatti prima di garantire il riutilizzo del parapetto storico e uno similare e se sono stati proposti progetti che andassero a riprendere i timoni. Chiede inoltre conto dell’idea regionale di non mettere i parapetti e se ci sono vincoli legali che ne impongano la realizzazione. Inoltre chiede se la Regione voglia proseguire con il prototipo, se non ritenga di ricorrere a un concorso di idee per un modello alternativo valorizzando la memoria. Il consigliere auspica, tra le altre cose, anche chiarimenti sui tempi di conclusione dell’opera, ma anche su come sia stato formalizzato il cambio di rotta sul modello di parapetto.
La corsia più esterna del lungolago, quella a ridosso del marciapiede, è ancora chiusa, ma nel pomeriggio di ieri la pozza verde stagnante si era ormai ridotta in modo significativo occupando ormai una porzione di piccole dimensioni.
Questo vuol dire che nella giornata di oggi è probabile la riapertura (che significa il ripristino della circolazione normale per i bus e i taxi tra via Cairoli e piazza Matteotti), ma è necessario usare il dubitativo poiché bisognerà vedere gli effetti delle piogge della serata di ieri sull’intero bacino lariano e in Valtellina.
Il livello del lago aveva infatti raggiunto ieri la quota di 101 centimetri sopra lo zero, quindi con una discesa molto ridotta nell’ultima settimana, dovuta anche alla chiusura della diga di Olginate da parte del Consorzio dell’Adda con l’obiettivo di immagazzinare acqua in vista del periodo estivo e delle necessità della pianura con le sue coltivazioni.
Ciò significa che basta un temporale, di forte intensità, per far uscire di nuovo l’acqua dai tombini.
Il sistema di idrovore collegate alle vasche sotto la passeggiata (una verso i giardini e una verso Sant’Agostino) non è ancora entrato in funzione.
Giovedì è stata erogata la corrente elettrica, ma ora serviranno una serie di verifiche e test sequenziali prima che l’impianto possa essere operativo.
Questo vuol dire che se il livello dovesse salire ulteriormente è probabile che la città debba nuovamente interfacciarsi con l’acqua nella parte più esterna della carreggiata.
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