Como, ipotesi dormitorio
in via Cadorna:«Non lo vogliamo»

Proteste anche dei commercianti: «Como cederebbe un altro pezzo al degrado come per via Milano e i giardini di viale Varese»

Malumori dei residenti e dei commercianti all’ipotesi del dormitorio in via Cadorna.

La preoccupazione maggiore è per le scuole. Un gruppo di abitanti della via si è rivolto ad alcuni consiglieri comunali per segnalare preoccupazione per la possibilità che venga aperto un ricovero per i senzatetto nello stabile dell’Asst Lariana accanto al Sert.

«Una sede adatta»

«Si sono rivolti a me e ad altri colleghi alcuni residenti – spiega Matteo Ferretti, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Cernezzi – e del resto temo che qualsiasi luogo riuscissimo a trovare per ospitare i senzatetto qualcuno sarebbe sempre pronto a sollevare dei dubbi. Io penso che via Cadorna sia una sede adatta perché vicino ci sono dei presidi di controllo. C’è la Croce Rossa per l’aspetto sanitario, c’è la Questura per i problemi legati alla sicurezza. È una zona monitorata. Non bastasse, il Comune può organizzare dei servizi di vigilanza, chiedendo aiuto alle varie associazioni che operano con la marginalità».

Nelle vicinanze ci sono un asilo, una scuola media, un istituto superiore, il Conservatorio, insomma molti servizi per i giovani e i minori. «Confermo – dice Sergio De Santis, consigliere di Fdi e membro della commissione sicurezza – mi ha scritto un gruppo, una decina tra commercianti e residenti. La perplessità maggiore è sulla ripartenza a settembre della scuola, dovessero convivere studenti e senzatetto».

Nei mesi più difficili dell’emergenza sanitaria dovuta al virus l’Asst aveva dato disponibilità dei locali all’amministrazione per isolare i possibili senza fissa dimora che fossero risultati positivi. Un’opportunità per fortuna mai sfruttata. Pareva però già allora una futura soluzione utile al dormitorio, smentita successivamente dall’assessore alla sicurezza Elena Negretti. Ora il presidente del consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi, con il benestare dell’ospedale proprietario, rilancia l’idea almeno come misura temporanea. La giunta si è detta, timidamente, d’accordo.

«Voglio sperare sia una sparata – si legge in una delle segnalazioni inviate ai consiglieri da parte dei residenti – Premesso che non ho nulla contro gli immigrati e i senzatetto per i quali ho grande rispetto, bene l’attenzione verso il prossimo. Ritengo però che sia poco lungimirante occupare ulteriori edifici nel cuore della città per adeguarli a questi pur onorevoli scopi. Ci sono dei borghi subito fuori dalle mura che meritano di essere tutelati. Disturbi e denunce si sommerebbero. Como cederebbe un altro pezzo come già accaduto per via Milano e i giardini di viale Varese».

Tempi incerti

Anche all’orecchio del capogruppo della lista civica che sostiene Mario Landriscina Franco Brenna sono arrivate lamentele del genere.

Sull’ipotesi di via Cadorna comunque la giunta è stata fumosa. In uno stringato comunicato con un parziale sì l’assessore Negretti non ha specificato i tempi d’attuazione. Lo stabile comunque era già utilizzabile a marzo. Poi c’è il nodo della gestione che non sarebbe direttamente in capo al Comune. Bisogna individuare quindi un ente, un’associazione che voglia prendersi cura del luogo e dei suoi ospiti.

Infine c’è il problema delle persone senza documenti, soggetti che l’attuale amministrazione intende escludere da qualsiasi tetto pubblico, ma che rimarrebbero presenti in città salvo respingimenti.

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