Como: la ressa in centro?
Il Comune si arrende
e resta a guardare

Landriscina: «Domenica è andata male». Ma alza bandiera bianca: «La gente non sente più ragioni». Opposizioni all’attacco: «Sindaco, se c’è batta un colpo»

Le folle viste domenica in centro a Como preoccupano, il Comune però sta a guardare.

Le lunghe code di auto anche da fuori provincia, Milano in particolare, hanno portato in riva al lago migliaia di visitatori. Una concentrazione di persone che rischia di essere un volano per la risalita dei contagi.

Così il primo cittadino

«A Como non è andata bene e non mi consola che sia andata nella stessa maniera in mezza Italia e nel resto della provincia – commenta il sindaco Mario Landriscina – Così mi hanno raccontato anche i primi cittadini sul lago e nelle valli. Centri storici e località d’interesse sono stati presi d’assalto soprattutto dai giovani, i milanesi non sono stati fermati nemmeno dal freddo. Traffico a parte, un fenomeno che si è davvero notato, aldilà delle sanzioni comminate che pure ci sono state».

Più persone anche sui mezzi pubblici : «Abbiamo avuto un aumento della fruizione anche dell’autosilo Val Mulini. La gestione della pandemia non lascia grande speranza in merito alla responsabilità delle persone nell’evitare gli assembramenti - ammette il primo cittadino - Domenica il centro sembrava vivere un weekend da città dei Balocchi. Molti prospettano a livello governativo presto delle strette, nelle fasce di movimento ed anche nelle aperture di negozi e locali. Si è visto all’improvviso con lo sci».

Questa è la fotografia scattata domenica. Ma cosa intende fare il Comune?

Landriscina sembra aver alzato bandiera bianca: «Anche se organizzassimo di nuovo i sensi unici pedonali temo che la gente si fermerebbe in centro città comunque – spiega ancora il sindaco – la gente non sente più ragioni, ha raggiunto un livello di saturazione contro le costrizioni. O guardiamo ad un modello tedesco e a una chiusura rigorosa, oppure a mio parere questa zona grigia non aiuta. Anzi a mio parere ha più senso allargare le maglie. Ad esempio, se la ristorazione non fosse obbligata a chiudere alle 18 forse non ci sarebbe una concentrazione così massiccia a pranzo la domenica. Dovendo anche badare ai dati circa la cassa integrazione e alla crisi economica di tutto un settore che non vede un domani».

Secondo il sindaco, invece, i controlli della polizia in piazza Volta hanno sortito gli effetti sperati. Dai banchi delle minoranze piovono le critiche, perché a tanti ragionamenti e ipotesi non seguono poi dei fatti concreti.

Le critiche delle minoranze

«Era tutto prevedibile – dice Stefano Fanetti, il capogruppo del Pd in consiglio comunale - il traffico, la ressa in centro, il rischio di assembramenti. Perché non è stato riprodotto il sistema, tutto sommato efficace, adottato sotto Natale? I sensi unici in centro storico sono una contromisura già testata. Eppure chi amministra Como continua a non saper dare una risposta concreta alle contingenze di questo periodo nonostante alcune soluzioni siano già a portata di mano».

«C’era anche San Valentino – dice Ada Mantovani, consigliere del gruppo misto – finché non usciamo dall’emergenza bisogna cercare di mettere in atto delle strategie per limitare gli assembramenti».

«Como emblema di mancanza totale di programmazione e di gestione della crisi - è la critica dei Verdi, per voce di Elisabetta Patelli - Per ore la città è stata paralizzata in una morsa surreale e da assembramenti che fanno paura.Il sindaco è responsabile della salute dei cittadini , dovrebbe battere un colpo se c’è».
S.Bac.

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