Como, noi differenziamo
Ma la tassa rifiuti aumenta

L’anno scorso non hanno versato la quota per un totale di debiti con il Comune di mezzo milione - Via libera (con l’astensione di Forza Italia) alle nuove tariffe: aumenti del 2,7% per le case e del 4% per le attività. Il grafico con tutte le novità

COMO

Differenziare non basta. Aumentano i costi per lo smaltimento dei rifiuti e, contestualmente cresce la tassa rifiuti. Il consiglio comunale ha approvato le tariffe della Tari per il 2020.

All’incremento previsto dall’Istat si aggiungono le maggiori spese per il trattamento dei rifiuti. Il vicesindaco e assessore al Bilancio Adriano Caldara nella seduta di lunedì sera ha fatto qualche esempio concreto. Per cento metri quadrati una famiglia di due persone nel 2019 ha pagato 170,66 euro e quest’anno pagherà 175,31 euro. Significa 4,55 euro in più. Per un nucleo di tre persone, invece, l’aumento è pari a 5,64 euro. Significa quindi rincari poco al di sotto del 3%. Si arriva, però, a un aumento del 4% per le attività commerciali. Sempre per gli stessi cento metri un negozio d’abbigliamento passa infatti da 436 euro a 454: 18 euro in più. Il rialzo della tassa per un parrucchiere è di 19 euro.

La tassa dei rifiuti per un ristorante aumenta di 108 euro all’anno e per un bar di 73. Non proprio un regalo. Le mancate riscossioni sono passate dai 70mila euro del 2017 (131 avvisi spediti da Palazzo Cernezzi), ai 97mila del 2018 (179 avvisi) fino ai 558mila dell’anno scorso (987 avvisi) che comprendono, però, anche i primi solleciti. Le procedure per il rientro sono in aggiornamento. Bisogna allora guardare ai costi: il capitolo rifiuti infatti, come prevede la legge, deve essere interamente coperto dai contribuenti con la Tari. Il servizio di gestione dei rifiuti nel 2020 costerà ai comaschi 13 milioni e 777mila euro. La crescita è netta: più 338mila euro negli ultimi dodici mesi. Ecco l’andamento: nel 2019 la spesa complessiva era pari a 13 milioni 438mila euro, nel 2018 è sceso a 13 milioni 230mila euro, nel 2017 era 13 milioni 241mila euro, l’anno precedente 13 milioni 317mila e nel 2015 13 milioni 556mila euro. Il motivo dell’incremento non è lo spazzamento e il lavaggio delle strade, rimasto invariato rispetto al 2019, ma il riciclo e il trattamento dei rifiuti salito di 203mila euro nell’ultimo anno. Secondo il capogruppo di Civitas Bruno Magatti (già assessore all’Ambiente nella giunta Lucini e colui che aveva introdotto la raccolta differenziata con l’attuale appalto) le spese per la frazione organica sul mercato stanno crescendo come è salito il costo dell’inceneritore, con un incremento del 17% dal 2016. «La popolazione residente è in leggero calo, di contro però la frazione organica aumenta – fa notare Magatti – può darsi che negli ultimi anni l’arrivo di milioni di turisti abbia inciso su una tassa che pagano i contribuenti comaschi». Per questo l’esponente di minoranza ha proposto di rivedere le tariffe per i bar e i ristoranti. Il suo emendamento è stato però bocciato.

La delibera è stata approvata dalla maggioranza con i voti della Lega, della civica Insieme e di Fratelli d’Italia mentre Forza Italia si è astenuta. «Una scelta fatta perché qui le tasse invece di diminuire aumentano – dice il consigliere di Forza Italia Luca Biondi – e non solo per la percentuale Istat. Era meglio valutare dei provvedimenti per abbassare la pressione fiscale». Contrarie le minoranze. Il vicesindaco ha più volte spiegato di voler prendere in esame un taglio delle tasse, ma che per farlo occorre prima ridurre le spese, un’operazione al momento non ancora matura. Attenzione in ultimo alle nuove scadenze. Le famiglie con l’Isee sotto ai 5mila euro sono esentate dalla Tari, ma devono presentare i documenti entro il 31 marzo. La prima rata va versata il 16 giugno con ancora valide le tariffe del 2019. La seconda rata, invece, il 16 dicembre. Sparisce, come deciso a livello nazionale, la possibilità di versare tutto in una sola rata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA