Como: Piazza Cavour di nuovo al buio
Le luci vanno cambiate

Sabato sera ennesimo ko dell’impianto. Comune, 600mila euro per il riscatto di 9mila lampioni, ma serve prima il via libera del consiglio comunale

Ci risiamo. Il salotto di Como, piazza Cavour, torna al buio. L’impianto, obsoleto, questa volta è andato ko di sabato sera ed il risultato è stato un colpo d’occhio particolarmente tetro per il cuore cittadino già in penombra del guasto che da tempo interessa le luci che illuminano la cupola della Cattedrale.

Nel caso di piazza Cavour, i nostri lettori lo sanno bene, non si tratta di un episodio isolato. I precedenti sono numerosi nell’arco degli ultimi anni e proprio lo stato di questa zona è stato tra i fattori che hanno convinto l’amministrazione comunale della necessità di un intervento di manutenzione straordinaria su tutta la rete dell’illuminazione pubblica. Una questione non semplice e non a caso il tema è stato affrontato, senza successo, prima dalla giunta Bruni, poi dalla squadra di Lucini, quindi da quella di Landriscina. Visti i precedenti è poco saggio un eccessivo ottimismo ma ora sembrano maturi i presupposti per una svolta. Qualche mese fa è stato trovato un accordo tra Comune di Como ed Enel Sole sul riscatto da parte di Palazzo Cernezzi di 9mila lampioni di proprietà del privato (compresi quelli tanto ammalorati che illuminano, malamente, piazza Cavour). La quantificazione fatta da Palazzo Cernezzi per 600mila euro e sottoposta ad Enel Sole è stata ritenuta congrua e questo significa che non si andrà in contenzioso.

Per arrivare alla formalizzazione, in ogni caso, l’accordo dovrà ottenere il via libera del consiglio comunale e non è dato sapere quando ci sarà. I tempi non sono imminenti perché la questione al momento non risulta iscritta all’ordine del giorno.

Il dibattito

Il consiglio, dal canto suo, si è già occupato di questo tema: nel settembre del 2018, aveva deliberato di avviare «il procedimento per l’acquisizione della proprietà degli impianti di Enel Sole posti nel territorio del Comune di Como».

E adesso servirà l’ultimo passaggio per poi poter avviare una gara per la sostituzione integrale degli impianti con nuove tecnologie e affidare, a chi se l’aggiudicherà, anche la gestione. A Como, vale la pena ricordarlo, il 90% dei lampioni non è di proprietà comunale ma di Enel Sole, che li ha rilevati dalla vecchia Enel. Senza disporre della totalità degli impianti è impossibile, per l’amministrazione, poter avviare una gara che comprenda l’affidamento della gestione e, soprattutto, la loro sostituzione.

Il piano prevede che si persegua «il miglioramento dell’efficienza funzionale e gestionale, l’abbattimento dell’inquinamento (luminoso e atmosferico) e il risparmio energetico delle esistenti risorse impiantistiche di pubblica illuminazione, secondo criteri di efficienza economico-energetica e di sicurezza».

Il risparmio

Una svolta, in questa materia, non solo porrà fine alla sequela di guasti ma anche avrà ricadute molto concrete in termini di risparmio emergetico.

Tipicamente, secondo il Gse (Gestore dei servizi energetici), l’illuminazione pubblica rappresenta il 20-30% della bolletta energetica comunale. In media, sostituire le vecchie lampade con quelle più moderne a led consente di abbattere i consumi elettrici del 50%.

Con l’illuminazione a led si può parlare di luce digitale e di smart city, la città “intelligente” dove la stessa infrastruttura per l’illuminazione pubblica può essere usata per implementare nuovi dispositivi e servizi.

In altre parole: il lampione non serve più solo a illuminare , ma anche a sviluppare una rete elettrica digitalizzata, che si può controllare e gestire a distanza.n 
E. Mar.

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