Como: test mini girone
Ancora tanta gente, ma meno ressa

Più ordinato, con il senso unico, lo “struscio” dei pedoni Ma fuori dai negozi si formano ancora gruppetti

Le abbiamo sempre chiamate vasca, come quella della piscina, con una particolarità: nell’acqua, quando si arriva in fondo alla corsia, si torna indietro rifacendo lo stesso percorso al contrario.

Via Vittorio Emanuele II e via Luini, invece, la “vasca” della Città Murata, si intrecciano: si scende da una parte e si risale dall’altra, utilizzando via Cinque Giornate e via Indipendenza come punto di svolta. Niente di nuovo: ogni comasco lo sa. È una tradizione, soprattutto al sabato, quella dello “struscio” tra le vetrine illuminate dei negozi, che dura dalla notte dei tempi, le cui dinamiche si tramandano di generazione in generazione. Soprattutto al sabato, più che mai sotto Natale.

Qualcosa è cambiato

Ma da ieri qualcosa è cambiato. La “vasca” è diventato un girone speculare a quello esterno. Così via Vittorio Emanuele si percorre nello stesso senso di viale Lecco, via Luini in quello di viale Varese. Inutile ricordare perché. Ieri pomeriggio, tra le conversazioni dei passanti, le parole “Covid”, “coronavirus”, “contagio”, rimbalzavano di bocca in bocca, assieme a tutte le considerazioni del caso su quanto sta accadendo, anche per una mini rivoluzione come questa.

Sì, perché il girone a senso unico imposto nega indubbiamente delle libertà, ma è anche funzionale anche se non è fatto per i soli al mondo. Chi, ad esempio, è abituato a muoversi in una folla come se ci fosse solo lui, non avrà avuto un pomeriggio facile ieri: impossibile tornare indietro di colpo, inutile cercare di fendere la folla contromano, sconsigliato fermarsi di botto, con il serio rischio di venire “tamponato” da un’altra persona, magari intenta a camminare osservando lo schermo dello smartphone.

Eh sì: se all’altezza della Casa del Biscotto il bambino vuole tornare a vedere la vetrina di Scotti bisogna, per forza, girare in via Indipendenza, fermarsi all’altezza di via Rusconi per riflettere («È prima o dopo?... Prima»), arrivare al Duomo, girare a sinistra e poi ancora a sinistra.

Vietato tornare indietro

Fastidioso com’è fastidioso per chi, nel mezzo del girone automobilistico, vorrebbe tanto poter tornare indietro anche solo di 100 metri. Però è anche comodo e funzionale all’obiettivo: si marcia tutti nella stessa direzione, tutti con la mascherina d’ordinanza. Si entra nei negozi e si esce.

omo? Non proprio. Se fossimo in Cina, decenni di traffico pedestre ci avrebbero abituati. Ieri era tutto molto sfasato, ma almeno si riduceva quasi a zero il rischio di un “frontale” che, in questo momento, sarebbe ben più che un fastidio. Però a qualcuno ha dato fastidio. Commentando la notizia sulla pagina Facebook del nostro giornale qualcuno ha scritto “Fa passare la voglia di venire a Como”.

Esagerato, però è anche questo lo scopo: ieri la quantità di gente era imparagonabile a quella di sabato scorso. E la folla ingestibile che aveva spinto a riflettere se non imporre un senso di marcia e tornelli d’accesso nel periodo di Città dei Balocchi, è solo un ricordo. Altri punti vincenti, il divieto agli “acceleratori di andatura” (l’istituzione ha sempre un modo tutto suo di descrivere le cose) ovvero biciclette, monopattini, skateboard, insomma tutto quanto il buon senso consiglierebbe di portare a mano sempre, figuriamoci in questo momento.

Niente automobili

Piace anche a chi cammina, un po’ meno a chi abita, la scelta di interdire il passaggio anche alle automobili (quelle dei residenti erano, nel caso, da lasciare in piazza Roma). Insomma niente caos, poche proteste, poche infrazioni e il sollievo di una “zona franca” (via Rusconi) dove “tagliare” per invertire la rotta.

Semmai il problema era altrove, perché appena fuori dalle vasche l’andatura riprendeva la casualità. Un altro problema sono le code al di fuori dei negozi (la libreria Ubik è arrivata a collocare perfino un semaforo). Difficile che le persone in attesa di entrare rispettino il metro fra di loro, dando così vita a piccoli assembramenti: sta al senso civico rispettare delle norme anche quando non c’è nessuno a imporle. Ieri la vasca era ben presidiata e lo sarà anche oggi: basta tuffarsi per il verso giusto.

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