Como: ultime ore in “giallo”
ed è di nuovo assalto
Ressa sul lungolago

Affollati il centro e la passeggiata. Ok al “gironcino” pedonale e a viale Geno senz’auto. Parcheggi pieni e traffico sostenuto vicino al centro

Anche l’ultima domenica “in giallo” - almeno fino a nuovo ordine – è trascorsa e l’assalto a una Como che per tutti quelli che non ci abitano diventa off limits da lunedi, si è consumato come era prevedibile.

Una ressa inferiore, comunque, a quella di sabato: non è dato sapere se per maggior responsabilità individuale o se è stato proprio l’inferno di sabato, tra colonne immobili d’auto e parcheggi introvabili, a scoraggiare quelli “dell’ultimo giorno”.

E il girone pedonale ha, almeno, ordinato e orientato la folla. Anche punti nevralgici come piazza Volta erano meno popolosi. Ma si tratta di ragionamenti che hanno senso solo se riferiti ai numeri dell’altroieri.

L’addio alla zona gialla

Il centro storico era pieno di gente, il lungolago a tratti scoppiava fino ai giardini pubblici, con il paradosso della diga foranea chiusa e deserta, con la netta sensazione che l’assembramento si sia, semplicemente, spostato tutto attorno al divieto. Il cielo limpido, la bella giornata, la consapevolezza che si trattava dell’ultimo giorno, dell’ultima domenica in cui sarebbe stato possibile pranzare assieme, bersi un caffé o una bibita al tavolino di un bar, passeggiare per le strade del capoluogo pur non risiedendovi hanno fatto il resto.

Abbastanza scorrevole il traffico in tangenziale, mentre sul girone interno si marciava a passo d’uomo per quasi tutto il pomeriggio, con i parcheggi subito pieni. In città murata, la zona di Porta Torre fino ad arrivare a piazza San Fedele era vivibile, così come il primo tratto di via Vittorio Emanuele, tra piazza Medaglie d’oro e il Municipio. Solo da quel punto, l’inizio della “vasca” e anche del girone obbligato – e presidiato, senza problemi, dai vigili – si aveva la sensazione di una quantità eccessiva di gente (eccessiva, si intende, per quelli che sono i ragionamenti che ognuno dovrebbe fare da sé in merito alla situazione sanitaria). Gente che si riversava poi in piazza del Duomo e in via Boldoni, in direzione lago. La vastità di piazza Cavour è un antidoto naturale agli assembramenti. Al contrario, il marciapiede del lungolago, stretto, senza senso obbligato, era il punto più congestionato, con uno sfogo nella passeggiata Amici di Como, popolosissima.

Le misure anti assembramenti

Buona l’idea di chiudere al traffico viale Geno: la possibilità di camminare in mezzo alla strada ha sicuramente diluito la massa. Anche in quest’area tutti i locali pubblici hanno lavorato a pieno ritmo. Minor ressa anche piazza Volta, comunque presa d’assalto soprattutto dai più giovani.

Da sottolineare che tutte le altre vie del centro storico erano pressoché deserte, poco utilizzate anche per tornare verso i parcheggi: forse una maggior conoscenza della città consentirebbe di creare dei percorsi intelligenti, utilizzando scorciatoie decongestionando il traffico umano. Ma sarà per la prossima zona gialla.

È stata una buona scelta comunicare il ritorno alle restrizioni della zona arancione prima del weekend? Probabilmente no, ma a giudicare da quello che era accaduto nei fine settimana passati, non c’è bisogno di incentivi per affollare una città che, in condizioni normali, ha sempre vissuto le domeniche di bel tempo “ostaggio” di gitanti e turisti.

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