Comune, anche l’arte non è a norma
Vietati eventi e mostre per mesi a Como

Sospensione delle iniziative per Broletto, San Francesco, San Pietro in Atrio e Spazio Natt - Mancano le certificazioni antincendio e su alcuni impianti. Gentilini: valutiamo spazi alternativi

COMO

Mostre ed eventi? Sospesi a tempo indeterminato oppure chi vuole organizzarli deve provvedere autonomamente a chiedere autorizzazioni provvisorie e a dotarsi di un impianto di sicurezza con l’obiettivo di ottenere una deroga.

In questa situazione si trovano strutture espositive come il Broletto, l’ex chiesa di San Francesco, San Pietro in Atrio e Spazio Natta. Tutti off limits perché non a norma. O meglio, in alcuni casi gli impianti sono a posto, ma mancano le certificazioni che lo attestino. Una serie di situazioni analoghe a quella del Museo Giovio, già nei mesi scorsi oggetto di una serie di approfondimenti per l’assenza dei certificati nonostante fossero obbligatori già dal 2011 e aperto grazie a una deroga, ma con l’obbligo per il Comune di ripristinare la sicurezza entro settembre.

Insomma, la grana è seria visto che al momento il Comune prende nota delle richieste dei singoli spazi, ma non è in grado di dare alcuna disponibilità. Nessun commento dall’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Bella, mentre la collega con delega a Cultura e Turismo Carola Gentilini dice: «Siamo in attesa di risposte per chiarire meglio la situazione e le tempistiche necessarie, nel frattempo stiamo valutando possibili alternative di utilizzo degli spazi agibili per soluzioni sostitutive di programmazione».

Tante strade possibili

A Palazzo Cernezzi nessuno parla dei tempi necessari per un intervento degli uffici nel sistemare le carte e, quindi, nel far tornare agibili le strutture che rappresentanto le sedi principali utilizzate per mostre, esposizioni d’arte o eventi di portata internazionale come può essere, ad esempio, Miniartextil. Ad ogni modo tra sopralluoghi ed eventuali gare per gli interventi ci vorranno mesi. Si sta anche studiando una soluzione alternativa sulla scia di quanto fatto per il museo Giovio e, cioè, chiedere una proroga in attesa di avviare i lavori. Questo, però, non è detto che sarà possibile e comunque al momento non ci sono indicazioni certe che possano far pendere la bilancia in questa direzione.

Un’altra possibile via d’uscita, ma in questo caso difficilmente praticabile almeno da realtà associative più piccole, è quella che prevede che lo spazio venga effettivamente assegnato, ma che sia il privato a doversi fare carico di prendere contatti con le autorità competenti, in primis i vigili del fuoco, e presentare documentazione per chiedere una deroga temporanea assumendosi però in toto la responsabilità in caso di problemi.

L’incognita dei tempi

Come detto impossibile, al momento, ipotizzare tempistiche da parte dell’amministrazione per arrivare a risolvere una serie di problemi che arrivano dal passato, ma che oggi non sono più rinviabili. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere tutto a posto e, quindi, le strutture agibili, prima dell’estate. n 

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