Contagi in aumento anche del 200%
Ecco le zone più rosse della provincia

È l’Olgiatese l’area comasca maggiormente colpita - Ma la seconda ondata non risparmia neppure la città. Tanti anche gli operatori sanitari contagiati nel territorio della provincia

È la zona dell’Olgiatese l’area della provincia di Como maggiormente colpita dalla seconda ondata del virus. Basti dire che dal 29 ottobre al 12 novembre i contagi, a Olgiate Comasco, sono cresciuti del 211%.

Negli ultimi giorni Como, Monza e Varese, si è capito, sono le province che stanno scontando maggiormente il ritorno del virus. All’interno della territorio lariano, però, ci sono zone molto più rosse rispetto ad altre dove invece il contagio è arrivato solo in maniera tangenziale.

Osservando l’incremento percentuale dei positivi nelle ultime due settimane, come detto, scopriamo che l’Olgiatese è l’area più colpita. Ma, in generale, tutta la fascia a ridosso della provincia di Varese ha registrato un balzo preoccupante.

L’andamento epidemiologico spaventa, ad esempio, a Lurate Caccivio, Mozzate, Lomazzo. In generale secondo i vertici dell’Ats Insubria la porzione della nostra provincia nella fascia tra le province di Milano e Varese è quella più interessata da questa seconda ondata. Anche in Comuni come San Fermo della Battaglia il Covid sta diffondendo rapidamente. Appiano Gentile, Rovellasca e Cadorago, seguono da vicino, a Cernobbio l’incremento è elevato negli ultimi giorni, sebbene i contagiati in termini assoluti siano ancora relativamente pochi.

Si collocano nella fascia intermedia i Comuni più popolosi, dove però i numeri assoluti sono più elevati. Quindi Como, Mariano e Cantù. Le zone più periferiche come nella prima ondata non contano centinaia di positivi, succede a Erba, nella Tremezzina, in generale le fasce montuose e il lago non hanno un numero così importante di contagiati. Più in generale l’analisi dell’andamento della pandemia lascia intravedere qualche spiraglio positivo.

«È difficile sbilanciarsi - spiega Giuseppe Catanoso, il direttore sanitario dell’Ats Insubria - ma possiamo dire che di recente si è ridotto l’incremento dei contagi. La pandemia non è un interruttore che si accende e che si spegne. Però non stiamo crescendo con la stessa rapidità di pochi giorni fa. Prima di dire che ci stiamo stabilizzando servirà analizzare le prossime settimane. Piuttosto registriamo che il tasso di asintomatici si è ridotto. Se in estate i contagiati avevano un’età media di circa 30 anni, quindi in genere non sviluppavano sintomi, adesso l’età media è molto cresciuta». Purtroppo più l’età avanza più il Covid attacca con forza.

E infatti la conta dei decessi sul nostro territorio è tristemente aumentata.

C’è poi un problema ulteriore che riguarda i sanitari, medici e infermieri a casa perché positivi o in quarantena. Senza di loro anche i nostri ospedali non riescono a curare tutti i malati. «Il numero di operatori sanitari in isolamento, e quindi non presenti in turno, è veramente importante – così ha dichiarato il direttore generale al welfare Marco Trivelli, intervenendo alla commissione regionale sulla sanità - Diverse strutture, in modo diffuso in tutta la Regione, ma in particolare in alcune zone, stanno soffrendo per questa carenza di personale temporanea che si è creata in queste settimane. Sono le province di Varese e di Como le zone oggi di maggiore difficoltà. C’è oggi la necessità di un supporto di altre strutture di altre province per accogliere i pazienti ricoverati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA