Coronavirus a Como
Altri 111 positivi
Rallenta ovunque, non qui

I numeri confermano un ulteriore calo dei contagi. Nel Comasco, invece, numeri in crescita. E 10 morti in più

È cresciuto di colpo, nelle ultime 48 ore, il numero dei tamponi positivi in provincia di Como. Il dato più aggiornato è quello di ieri sera: 1.014 i comaschi affetti da Covid, 111 in più del giorno precedente, sabato, quando erano stati 54 in più rispetto a venerdì (in generale, nelle ultime due settimane, il numero dei tamponi positivi è cresciuto, in provincia di Como, in un range compreso tra i 40 e i 70 casi). Nel Comune capoluogo i casi sono 160. L’incremento, che arriva al termine di una domenica in cui in provincia si sono contati dieci decessi (117 in totale), è probabilmente frutto anche dell’incremento del numero dei test eseguiti, in crescita davvero esponenziale nel corso dell’ultima settimana. A livello regionale, ieri, sono stati eseguiti 102.503 tamponi contro i 95.860 di sabato. Il sabato precedente furono 57.174, quasi la metà.

La situazione a livello regionale

Rallenta, finalmente, la corsa del virus in provincia di Bergamo, mentre preoccupa ancora Milano, dove i contagi crescono, così come anche a Varese, benché in questo caso i numeri siano proporzionalmente molto più bassi (812 in tutta la provincia). Inesorabile anche l’avanzata in Valtellina ,che si mantiene attorno ai 30 casi in più al giorno. Qualche numero per riassumere la situazione a livello regionale. I casi positivi sono 41.007, cioè 1.592 in più delle precedenti 24 ore, quando erano stati 2.117). Sono venuti a mancare altri 416 pazienti, contro i 542 del giorno precedente. I dimessi o relegati in regime di isolamento domiciliare sono in tutto 21.706, di cui 9.255 hanno effettuato almeno un passaggio in ospedale prima di tornare a casa. Sono occupati 1.328 letti di terapia intensiva (nove in più del giorno precedente) e 11.613 posti letto in reparto (+15). Così, ieri, l’assessore al welfare Giulio Gallera, nel corso della rituale conferenza stampa via Facebook: «Oggi abbiamo superato ampiamente i 1.600 posti letto in terapia intensiva, partendo da 724. Qualcosa che non credo abbia eguali in nessun sistema sanitario».

Gli aiuti da Albania e Polonia

L’assessore ha ricordato come il nostro servizio sanitario si sia rafforzato ulteriormente «grazie - ha detto - alla solidarietà internazionale... Ieri (sabato, ndr) sono arrivati 15 medici e infermieri polacchi e oggi sono arrivati 10 medici e 20 infermieri dall’Albania. Questi sono segnali importanti per noi, che abbiamo bisogno di rafforzare i presidi nelle aree più esposte. Ormai quasi tutti i nostri ospedali si sono riadattati per assistere le persone affette dal coronavirus. Oggi l’area di Brescia è un altro dei fronti caldi che abbiamo. Il grandissimo sforzo di tutto questo sistema ci ha consentito di reggere. Ospedali come quello di Varese o il San Gerardo di Monza hanno gli stessi pazienti delle aree calde perché grazie ai trasferimenti riusciamo a far reggere ancora anche i presidi più esposti». La strada è ovviamente ancora lunga ma se il contagio sarà quantomeno controllato, il nodo dei posti letto - la cui penuria rispetto a un evento di simile portata rappresentava la prima fonte di preoccupazione - potrebbe definitivamente considerarsi risolto.

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