Coronavirus: la spesa tra code,
guanti e mascherine
Qual è l’orario migliore?
«Accesso rapido per medici e over 65»

La fila è assicurata ovunque, a causa degli accessi contingentati. Ma nessuno si lamenta - Quasi tutte le insegne riservano corsie preferenziali ai sanitari. Bennet: «Anche per gli anziani»

Como

L’emergenza coronavirus cambia anche il modo di fare la spesa: si resta il meno possibile nei supermercati e ci si va, nella maggioranza dei casi, con in mano la lista di quello che serve. L’obiettivo, infatti, è uno: uscire il prima possibile. Un invito che, se ce ne fosse bisogno, arriva anche dagli altoparlanti che invitano ad acquistare il necessario e a dirigersi alla cassa.

L’orario “peggiore” è quello dell’apertura visto che già prima che la saracinesca si alzi si trova già gente in attesa. Poi, nell’arco della giornata, va a fortuna, ma bisogna certamente armarsi di pazienza. La coda - salvo eccezioni - è assicurata praticamente ovunque. Ma nessuno si lamenta. Mascherina, guanti monouso e carrello (obbligatorio praticamente ovunque poiché aiuta a mantenere le distanze e, in alcuni supermercati, si trovano all’ingresso i disinfettanti per pulire il manico prima dell’uso) e ci si mette in fila. Gli addetti alla sicurezza fanno entrare mediamente 6, 10 persone alla volta nei supermercati più grandi, un paio in quelli più piccoli. Tutti sono pazienti: nessuna voglia di chiacchierare, ci si preoccupa soprattutto di mantenere le distanze. Anche in coda.

Quando si guadagna l’ingresso del supermercato ci si dirige spediti nelle corsie dove si trovano i prodotti che servono. In alcuni punti vendita non si può abbandonare il carrello nemmeno un minuto: gli addetti invitano a tenerlo sempre, come garanzia del rispetto della distanza di almeno un metro tra gli altri clienti. E se nei primi giorni dell’emergenza corononavirus c’era chi andava al supermercato e comprava poche cose, adesso cercano tutti di fare la spesa per la settimana in modo da limitare le uscite. Ovunque gel disinfettanti e guanti.

Resta praticamente un miraggio la possibilità di fare la spesa on line: si sta anche ore davanti al pc, ma non ci sono fasce orarie libere per avere la consegna che richiede, quindi, anche settimane di attesa. Ci sono supermercati, come Iperal, che hanno attivato la consegna a domicilio proprio a partire dall’emergenza coronavirus. Le richieste, per tutte le insegne, sono enormi e in costante aumento. Da qui le difficoltà di trovare finestre libere per ottenere il servizio. E questo vale anche per chi ha più di 65 anni, che avrebbe anche diritto alla consegna gratuita. Una fascia di età su cui si stanno muovendo anche i supermercati veri e propri.

Ieri da Bennet hanno fatto sapere che «l’insegna sta creando delle corsie dedicate in ogni punto vendita del territorio per le associazioni come la Croce Rossa Italiana, gli infermieri, i volontari, gli enti locali come i Servizi Sociali, gli over 65 con l’obiettivo di fornire un servizio veloce e puntale senza fare lunghe file come spesso accade in questo periodo di controlli puntuali». Da Esselunga a Carrefour alla Coop sono già scattati gli accessi veloci per medici, infermieri e protezione civile. In tutti i casi dovranno avere tesserini di riconoscimento. Il presidente della Regione Attilio Fontana ha anche lanciato l’ipotesi di riservare agli over 65 alcune fasce orarie giornaliere sulla falsariga di quanto fatto in altri Paesi che dedicano ai più anziani l’arco temporale tra le 8.30 e le 10.30.

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