
Cronaca / Como città
Domenica 07 Settembre 2025
Corridoni chiusa, in 200 per dire no. I genitori: «È piena e funziona bene»
Via Sinigaglia Manifestazione fuori da scuola con partiti di destra e sinistra, sindacati e cittadini. Molteni (presidente consiglio d’istituto): «Chiederemo al sindaco un tavolo per rivedere le scelte»

Como
Un presidio durato più di un’ora nel cortile della scuola Corridoni, ieri mattina, ha coinvolto quasi duecento persone. Adulti e bambini, genitori, insegnanti, ex dirigenti ed ex studenti si sono riuniti per ascoltare le parole del presidente del consiglio d’istituto, Simone Molteni, e rendere visibile la loro contrarietà alla decisione del Comune di chiudere il plesso.
Lo hanno fatto con applausi alle proposte avanzate dai volontari della scuola e dai politici coinvolti trasversalmente da destra a sinistra e anche con ripetute critiche al modo di agire dell’amministrazione nella gestione dell’ottimizzazione delle risorse della rete scolastica.
Il termine ottimizzazione scelto proprio dalla giunta per presentare la riorganizzazione della rete scolastica è stato respinto. «A noi va benissimo ottimizzare le risorse e l’utilizzo dei plessi scolastici, però bisogna intendersi sulle parole» ha detto Molteni. «Ottimizzare significa trarre il massimo beneficio eliminando gli sprechi, non ridurre i costi a caso».
. Video di Toppi MartinaPresidio alla Corridoni: 200 i presenti
Le critiche
Ed è qui il fulcro del presidio di ieri in via Sinigaglia: sulla Corridoni, secondo chi la vive e difende, sono stati commessi concreti errori di valutazione da parte del Comune. Il sindaco Alessandro Rapinese e la sua giunta hanno reso pubblici i numeri in base ai quali sono stati spinti a scegliere per la chiusura del plesso: su 353 posti disponibili, gli alunni iscritti sono 202.
«Ma il numero è sbagliato: se volete vi mostriamo che non c’è un’aula vuota». Molteni spiega che l’errore è dovuto al calcolo degli spazi: «Nessuno è venuto a fare un sopralluogo, hanno usato un decreto del ’75 in cui si calcola il minimo di metratura per studente, con l’obiettivo di evitare le classi pollaio». Oggi però scuole come la Corridoni hanno spazi che in passato non esistevano: «Aule per ospitare i bambini che hanno l’alternativa a religione, l’aula dei computer, su cui abbiamo investito soldi pubblici, aule che rendono la Corridoni una scuola a indirizzo musicale, un’eccellenza e l’unico Cts (centro territoriale di supporto, ndr) per studenti con gravi disabilità». Di qui la proposta, che verrà ufficializzata in Comune da parte dei presidi di tutti gli istituti, di organizzare un tavolo che permetta di pianificare al meglio il futuro delle scuole: «Diamo la garanzia che entro due mesi si arriverà a un piano migliore di quello attuale, che pure ha dei punti su cui siamo concordi» ha promesso Molteni.
Le voci
Sull’eccellenza del percorso riportano l’attenzione anche i genitori. «Abbiamo iscritto qui nostra figlia perché questa scuola è di alta qualità», spiega Andrea Delli Fiori, insieme alla moglie, «Usciamo di casa alle sette del mattino, lavoriamo in città diverse e la comodità di questa scuola è insostituibile. Ha anche un percorso musicale gratuito e preziosissimo. Abbiamo scelto di iscrivere qui nostra figlia e non è una scelta che siamo disposti a cambiare. E poi, alla Foscolo dove vorrebbero spostare gli alunni, non c’è la mensa».
Giulia Bedino e Andrea Comotti raccontano che l’ipotesi che la scuola chiudesse risale al 2022. «La scuola è sicura e il tetto è stato tutto rifatto. Però abbiamo iniziato a temere quando abbiamo visto che altri lavori sono stati iniziati e poi abbandonati». Infatti girando intorno al perimetro dell’edificio e percorrendone l’ampio giardino, si notano i segni dei punti in cui si era pensato di intervenire. Salvo poi non farlo.
Partiti d’accordo: «Va salvata»
Nessuna bandiera politica o di sindacato, ma una presenza convinta per sostenere le esigenze dei cittadini. È stata questa la richiesta avanzata dal consiglio d’istituto della scuola di via Sinigaglia ai partiti che ieri si sono presentati davanti all’ingresso del plesso uniti, da destra a sinistra. Uno accanto all’altro, gli esponenti cittadini e provinciali, di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Lega, Forza Italia, Svolta Civica e Azione, con l’assessore regionale Alessandro Fermi e i consiglieri regionali Sergio Gaddi, Angelo Orsenigo e Anna Dotti, sono stati affiancati dai sindacati e dagli esponenti civici. Sul palco ha preso la parola anche Vincenzo Falanga, dell’associazione Nova Como sorta dopo l’annuncio della chiusura di altri due plessi scolastici in città, la scuola di via Perti e l’asilo di via Carluccio, ma erano presenti anche i genitori del comitato Como a misura di famiglia, nato ancora prima quando la giunta Rapinese ha annunciato la chiusura degli asili nido di via Passeri e di Monte Olimpino. E ancora ex dirigenti scolastici, consiglieri comunali che a Palazzo Cernezzi avranno l’incarico di portare in consiglio la battaglia dei genitori, e anche i membri del comitato “Tutela zona stadio” che alla vicenda si è interessato sia per l’ipotesi, confermata dal sindaco, di sostituire la scuola con un autosilo per lo stadio, sia perché molti di loro sono residenti nel quartiere. Sostegno indiscusso da tutte le parti coinvolte alla causa rappresentata dal consiglio d’istituto della Corridoni. E se anche la speranza del consiglio è quella di non trovare nel Tar l’unica soluzione possibile, com’è stato per il nido Magnolia e i plessi Nazario Sauro e Carluccio, in molti hanno espresso dubbi sulla possibilità di trovare nel sindaco e nella giunta risposta alle richieste di dialogo e collaborazione.
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