
Cronaca / Como città
Venerdì 05 Settembre 2025
Dal Carducci esclusa la nipote del fondatore
Associazione nella bufera La presidente Forgione restituisce la quota d’iscrizione a Livia Porta: «Che tristezza». Respinti (per ora) altri due soci storici. L’ex presidente Renato Papa: «Sono senza parole. Decisione incredibile»
Como
Per l’Associazione Carducci si apre un nuovo fronte di scontro. Dopo quello esterno, che vede la storica realtà culturale comasca in guerra con il Comune sull’utilizzo delle ex magistrali di viale Cavallotti, ora se ne apre uno interno. Con la decisione della presidente, Maria Cristina Forgione, di restituire i soldi dell’iscrizione (e quindi, di fatto, mettendoli alle porte) di tre storici soci dell’associazione. Tra loro anche l’ex presidente Livia Porta che, per inciso, è anche la nipote di Enrico Musa, ovvero di colui che nel 1903 ha fondato l’associazione come “Pro Cultura Popolare” per promuovere l’educazione e la cultura soprattutto tra i più poveri.
La decisione
«La comunicazione è delle 16.31 di oggi» racconta Livia Porta, laddove l’oggi, per chi legge, è il pomeriggio di ieri. Scrive la presidente Forgione che fino a delibera del consiglio direttivo in merito all’accettazione della dottoressa Porta quale socia, viene restituita la somma versata e «quindi non è iscritta all’associazione. Buona giornata».
La restituzione dei 50 euro di iscrizione fa seguito a una precedente comunicazione del giorno prima laddove la presidente del Carducci sottolineava come “per procedere alla Sua iscrizione all’associazione si riunirà il consiglio direttivo nei termini di legge per deliberare, nel frattempo la stessa rimane sospeso”.
«In sole 24 ore - commenta Livia Porta - sono passata dalla lente di ingrandimento alla restituzione delle 50 euro. E, lo confesso, per me è un grosso dolore». Anche perché parliamo di una figura che è parte, direttamente e indirettamente, della storia dell’associazione di viale Cavallotti.
«Mia mamma (la scrittrice Carla Porta Musa ndr) mi ha iscritta quando avevo appena 6 anni. Era il 1945 e ha iscritto me e mio papà alla categoria dei “soci perpetui”, che poi con il cambiamento dello statuto è sparita». Ma, di fatto, socia perpetua Livia Porta lo era davvero perché da quel 1945 non ha mai fatto mancare la propria iscrizione al Carducci. Carducci che, per inciso, come detto è stato fondato dal nonno, Enrico Musa.
Oltre a Livia Porta, stessa sorte è toccata a Gerardo Monizza, ex consigliere che aveva lasciato i vertici dell’associazione in polemica con la presidente, e Magda Noseda.
Verso l’assemblea
Nella giornata di ieri, via messaggio, abbiamo provato a contattare la presidente Forgione per conoscere le motivazioni di una decisione che pare non abbia precedenti. Come conferma la stessa Livia Porta: «Non è previsto da nessuna parte che le iscrizioni debbano essere vagliate dal direttivo». La stessa cosa la conferma anche un altro ex presidente, Renato Papa. Il quale, in merito alla decisione presa dalla presidente, afferma: «Sono senza parole».
La settimana prossima è prevista l’assemblea dei soci del Carducci. E la mancata iscrizione di figure storiche come Livia Porta, Monizza o Magda Noseda, ha una chiave di lettura secondo i diretti interessati: «Volevamo che ci fosse un gruppo che potesse anche sollevare qualche dubbio sull’attuale gestione dell’associazione - sottolinea Livia Porta - Così facendo, siamo stati messi a tacere».
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