Dal sottosegretario Butti incarichi per due milioni all’anno

Soldi pubblici L’ufficio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio sceglie 44 persone, un quarto comasche. Tra quelle retribuite per progetti digitali ci sono il coordinatore lariano di FdI Molinari e l’ex ad del Casinò Ambrosini

Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega al digitale Alessio Butti, dal suo insediamento lo scorso ottobre, ha firmato 44 incarichi di consulenza per figure professionali legate a progetti di trasformazione tecnologica e digitale. Un nulla, rispetto alle oltre cento consulenze firmate dal suo predecessore, il ministro Vittorio Colao, peraltro a fine legislatura. Ma che meritano, comunque, di essere raccontate. Una premessa: le nomine dei consulenti da parte della Presidenza del consiglio seguono un iter più complesso della semplice “chiamata diretta” e sono tutte soggette al vaglio della Corte dei Conti. Il che significa che i nomi dell’elenco attuale - destinato a crescere, per voce dello stesso sottosegretario Butti - sono stati tutti quanti valutati da uffici, tecnici, legali, controllori.

Detto questo, la realtà guidata da Butti è nata sull’onda dell’emergenza Covid e dei fondi del Pnrr. Tanto è vero che tutti gli incarichi di cui diamo conto nel grafico qui accanto, e che ammontano complessivamente a quasi 2 milioni di euro (parliamo di compensi lordi), sono legati a una legge del 2020 che autorizza - anzi sollecita - il governo ad avvalersi di un «contingente di esperti, in possesso di specifica ed elevata competenza nello studio, supporto, sviluppo e gestione di processi di trasformazione tecnologica».

Fatta la premessa, veniamo ai nomi, agli incarichi e ai compensi. Quando Butti è stato nominato sottosegretario con delega all’innovazione digitale (di fatto prendendo il testimone del ministero di Colao), alla volta di Roma pare siano partiti centinaia di curricula provenienti da Como. Certo, non passa sotto traccia il fatto che un quarto dei nominativi in elenco sia composto da comaschi. E in particolare: il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Stefano Molinari, ha ottenuto un incarico a progetto in qualità di “Account manager” per un compenso di 50mila euro. L’ex amministratore del Casinò di Campione d’Italia Marco Ambrosini, già Ad di Villa Erba, fino al dicembre prossimo sarà “Chief innovation officer” in cambio di un compenso di 100mila euro. Il commercialista comasco Alberto Tolentino, già presidente del collegio sindacale di Comocalor una decina di anni fa e considerato da sempre un fedelissimo di Butti, sta svolgendo un incarico di “Assistente tecnico e gestione analisi rischi” in cambio di 45mila euro. E ancora. Nell’elenco vi sono due amministratori della società pubblicitaria e grafica Premiere di Senna, Luca Chiarella e Mirco Arnaldo Sivalli (45mila euro a testa); Daniele Pozzi (80mila euro); il commercialista Lorenzo Longhi (45mila euro); Niccolò Macrì, responsabile comasco per i social di Fratelli d’Italia (40mila euro); Gianpaolo Mori, già esperto di comunicazione anche per la campagna elettorale del candidato sindaco Giordano Molteni (100mila euro); Stefano Cavallaro, già docente Enfapi e Padri Somaschi (45mila euro); Simone Guanziroli (90mila euro); Marco Balzaretti (48mila euro). Infine Gianni Penzo Doria, dirigente dell’Insubria a Como, che figura come presidente del comitato consultivo sull’attuazione della digitalizzazione nella Pa a zero euro.

Passando agli altri due comaschi con incarichi di Governo, il ministro delle Disabilità Alessandra Locatelli (Lega) ha dato sette incarichi per 340mila euro. Unico comasco Mauro Redaelli (ex responsabile provinciale dei Giovani padani) con una consulenza da 45mila euro. «Era già con me in Regione - dice il ministro - e per continuità rispetto al lavoro gli ho chiesto di proseguire. Per il resto sono persone che collaborano con me nell’ufficio tecnico, ciascuno con proprie capacità e competenze». Infine il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: per lui la segretaria particolare Laura Mangianti (87.807 annui lordi) e il collaboratore Giancarlo Borriello (32mila euro). «Una è la mia storica segretaria, come sottosegretario avrei una dotazione di altri due collaboratori, per ora ne ho attivato uno».

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