Davanti al giudice per maltrattamenti e violenza sessuale, ma l’uomo nega tutto

Tribunale Quarantenne sotto accusa. Abusi contro la convivente commessi anche davanti al figlio di pochi anni

Ancora una storia di abusi su cui è chiamato a decidere il giudice dell’udienza preliminare, che ha convocato le parti in aula per domani. Di fronte una ex coppia residente in città, originaria dell’Ecuador. L’uomo, 40 anni, è stato accusato dal pubblico ministero Giuseppe Rose non solo di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’essere stati commessi di fronte ad un bambino minorenne (figlio piccolissimo della coppia) e quando la compagna era in gravidanza, ma anche di lesioni e soprattutto di violenza sessuale.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, il 17 marzo 2020 l’uomo avrebbe prima strappato maglietta e pantaloncini alla presunta vittima – una connazionale di 39 anni – poi l’avrebbe fotografata nuda intimandole di tornare con lui pena la divulgazione delle immagini hot. L’uomo nega tutte le accuse, sostenendo che quei fatti mai sarebbero avvenuti. L’appuntamento è stato così fissato di fronte al gup chiamato a dirimere la vicenda che tuttavia non conta solo su quanto riportato fino ad ora, ma anche su baci al seno e al collo ottenuti con la forza e su una lunga serie di maltrattamenti in famiglia relazionati dalla presunta vittima in una denuncia querela che diede il via al fascicolo processuale, atto datato marzo 2020.

Secondo quanto riferito dalla ex compagna, che al quarantenne diede anche un erede (nato nel 2017), l’uomo l’avrebbe più volte percossa anche quanto era in stato di gravidanza, colpendola con pugni alle braccia e al capo anche quando mancavano pochi giorni a partorire. Ma pure dopo la nascita dell’erede, le presunte violenze non si sarebbero fermate, proseguendo mentre la donna teneva in braccio il piccolo. In un caso, per questioni di gelosia, il compagno le avrebbe – sempre secondo il racconto della donna – sgonfiato le gomme dell’auto con l’intento di costringerla a rimanere in casa.

Infine, sempre tra le accuse che sono state messe nero su bianco dalla pubblica accusa – che ora passeranno al vaglio del giudice – il 14 giugno 2018 la signora fu costretta a farsi medicare dal pronto soccorso dell’ospedale Valduce in seguito a delle contusioni subite mentre stava guidando l’auto. Una visita al pronto soccorso che si concluse con una prognosi concessa di 15 giorni.

Tutto quanto fin qui relazionato, è compreso nei capi di imputazione che ora verranno discussi in aula. L’uomo sarà assistito dall’avvocato Raffaele Donadini, la compagna dal legale Massimiliano Iantorno. La data dell’udienza è stata fissata per domani.

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