Disastro parchi, Como scorda i bambini: il reportage di una mamma

La denuncia Da via Vittorio Emanuele a viale Varese, in città murata e dintorni è molto difficile far giocare i figli: «Sporcizia e disinteresse. Per l’amministrazione i nostri bimbi non sono una priorità»

Cani, turisti, negozianti, commessi viaggiatori. Tra le folle sudaticce in infradito che ciondolano spaesate tra il lago e Porta Torre, lo spazio per i bambini, in centro città, va riducendosi a vista d’occhio. Qualcuno dirà che anche il numero dei bambini è andato riducendosi a vista d’occhio – il che è demograficamente sacrosanto – ma se ci pensate, e se non siete nati l’altroieri, è un pezzo che in città murata e dintorni non si vedono più mocciosi che prendono a pallonate un muro o che si inseguono in bicicletta braccati dagli strali di qualche pedone più attempato.

I turisti e i servizi igienici

Elena Saletta, giovane mamma di un bimbo di un anno, direbbe che non c’è nulla di cui stupirsi e che pochi altri luoghi, a Como e quartieri, sanno mostrarsi tanto inospitali nei confronti dell’infanzia come la città murata. A Elena si deve un piccolo e dettagliato reportage dal centro storico già sottoposto all’attenzione dell’amministrazione (perché a Palazzo non la si accusi di essersi rivolta prima ai giornali); è, il reportage, il frutto di un “lavoro” di osservazione svolto in quest’ultimo anno di pannolini e passeggino che Elena ha consegnato all’assessore Francesca Quagliarini, dopo avere di volta in volta seguito la procedura per la segnalazione di quello che non va tramite l’apposita app (ancora perché non si dica che «prima vi lamentate sul giornale poi venite da noi»): «La verità – dice Elena – è che per un bimbo che viva in città murata gli spazi sono inesistenti... L’esempio che cito sempre è quello del piccolo parco di via Vittorio Emanuele, quello con i giochi nuovi e già sporchissimi, perché nessuno se ne occupa. Come noto lì c’è un servizio igienico pubblico, che a una mamma e ai suoi bambini tornerebbe spesso molto utile. Beh, è infrequentabile, più sporco del servizio igienico di un autogrill. Non passa giorno senza che le guide di turno ci portino le loro comitive di turisti, rendendo di fatto i servizi inaccessibili a chiunque altro, e senza che nessuno mai intervenga a pulire. All’assessore l’ho detto: non c’è carta, non c’è sapone, non c’è pulizia... Fa sorridere che proprio lì accanto, in via Vittorio Emanuele, ci siano i locali in cui il sindaco riceve i cittadini...». L’alternativa, per fare giocare i bambini senza macinare chilometri all’esterno delle mura sarebbero i giardini di viale Varese, «ma anche qui – prosegue la giovane mamma – la situazione è fuori controllo: giochi rotti, sporcizia, panchine utilizzate sistematicamente a mo’ di bivacco, cani liberi, nessuno che controlli. Ho fatto, ho segnalato, ho chiesto: lei pensi che ancora oggi (ieri, ndr) ci sono a terra i rami caduti qualche settimana fa, in occasione dell’ultima bufera di vento».

Piazza del Popolo e le fontane

Non va meglio in piazza del Popolo, terza opzione, dove da sempre è aperto un giardino che le mamme prediligono anche in virtù della presenza di un utilissimo chiosco bar. Anche qui: cani liberi, gente che fuma anche dove sarebbe vietato, mozziconi ovunque, vigili urbani sempre altrove. E poi il capitolo fontane: «Ce ne fosse una che funziona. Ho chiesto lumi, mi è stato risposto che c’è stato un problema con la ditta cui è affidata la manutenzione. E quindi? Io dico che di bambini se ne fanno sempre meno. E sono sempre più convinta che i pochi che vengono al mondo, per la pubblica amministrazione non siano più una priorità».

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