Discoteca chiusa, ecco le motivazioni, ma nessuna è imputabile ai titolari

La polemica I titolari della discoteca hanno collaborato con la polizia ed effetuato controlli sull’alcol ai minori. Ma non è bastato: addirittura il questore contesta una guida in stato di ebbrezza di un avventore

Da quando la discoteca di via Sant’Abbondio ha cambiato nome e titolari, il triste bollettino di guerra per minorenni soccorsi ubriachi all’esterno si è interrotto. E le chiamate da parte dei gestori alla polizia per segnalare problemi, situazioni critiche, possibili reati si sono moltiplicate. Ma tutto questo non è bastato. E di fronte alle risse e alle aggressioni avvenute praticamente tutte all’esterno, il Questore di Como ha deciso di chiudere d’imperio il locale. Di fatto additando alla proprietà del Venus Club responsabilità in realtà non imputabili a loro.

L’elenco degli episodi contestati alla discoteca

Per comprendere questo passaggio, è necessario - al netto dei comunicati stampa ufficiali sul tema, che però quasi nulla dicono dei reali motivi alla base del provvedimento di chiusura del locale - ripercorrere il documento firmato dal Questore.

Prima di giungere al “disponde” finale, Leonardo Biagioli elenca i fatti che dallo scorso novembre a una settimana fa lo hanno convinto a sospendere la licenza al Venus per dieci giorni. Un elenco che parte dallo scorso autunno quando i poliziotti: hanno trovato un avventore con 0,9 grammi di hascisc in tasca e, settimane dopo, un altro cliente con 5 grammi; hanno ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza a un uomo da poco uscito dalla discoteca; sono intervenuti per sedare delle micro risse all’esterno del Venus, trovando peraltro già impegnati nel riportare la calma gli addetti alla sicurezza del locale.

Cos’è successo in inverno al Venus

E poi in inverno quando sempre i poliziotti: sono intervenuti per un giovane che aveva il naso sanguinante per un pugno, sferrato – secondo le accuse – da un addetto alla vigilanza (unico episodio in qualche modo addebitabile ai gestori) e, la stessa sera, sono dovuti intervenire di nuovo per micro risse in un parcheggio di fronte alla Questura; quindi hanno dovuto denunciare per resistenza un giovanissimo svizzero che era stato allontanato dalla sicurezza del locale perché ubriaco e molesto; sono intervenuti su segnalazione di uno dei soci del Venus, che si era preso una bottigliata in testa dentro il locale da un avventore che aveva deciso di lanciarla per divertimento; la stessa sera un uomo della security ha informato gli agenti di aver allontanato un giovane, perché lo aveva trovato in possesso di un coltello.

Altri quattro episodi di risse fuori dal locale

Infine ad aprile altri quattro episodi: un giovane ubriaco che, fuori dal locale, ha aggredito gli agenti che volevano controllarlo; una lite tra due avventori dentro la sala da ballo, con intervento richiesto dal personale del Venus; un ragazzo che ha denunciato di essere stato colpito a calci e pugni dentro la discoteca da uno sconosciuto; la maxi rissa di fine maggio, causa scatenante del provvedimento di sospensione della licenza.

Di tutti questi episodi, l’unico forse che si può imputare ai titolari del Venus è l’asserita aggressione di cui sarebbe stato protagonista un loro addetto alla vigilanza. Per il resto è difficile dire che un locale pubblico, autorizzato a vendere alcol, possa essere ritenuto responsabile della guida in stato di ebbrezza di un cliente. O di liti scoppiate all’esterno, molti di fronte alla stessa Questura. O del fatto che qualcuno si possa essere presentato con uno spinello nella tasca dei pantaloni. Prima dello scoppio della pandemia le cronache di ogni fine settimana erano affollate di giovani minorenni sulla soglia del coma etilico soccorsi e portati in ospedale. Da quando la discoteca ha riaperto, non risulta neppure un caso di ragazzo under 18 trovato ubriaco perso all’uscita del Venus.

Eppure il locale ora è chiuso. «Senza alcun contradditorio» contestano ora i gestori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA