Disturbi alimentari: «Senza cure pubbliche ogni mese si pagano fino a 1000 euro»

Salute L’ambulatorio dell’Asst ha in carico circa 80 casi ma è in attesa di riaprire per carenza di personale: «Difficile riuscire ad accedere all’assistenza statale»

Mille euro al mese per curare anoressia e bulimia.

Tanti genitori lamentano la difficoltà nell’accesso alle cure per i disturbi alimentari dei figli, un male oscuro di cui soffrono sempre più giovani in età adolescenziale. Queste patologie coinvolgono tutta la famiglia, con risvolti anche gravi - è di ieri la notizia della donna comasca condannata ad un anno e quattro mesi per avere costretto la figlia minorenne ad un regime alimentare ferreo.

Negli ultimi mesi l’ambulatorio dedicato dell’Asst Lariana, che seguiva almeno un’ottantina di casi, ha avuto non pochi problemi per ragioni di personale, a giorni si attende la sua riapertura. Dunque tante famiglie e tutti i nuovi casi da seguire hanno cercato aiuto altrove, dovendo però sostenere delle spese non per tutti accessibili.

Un psicologo? Ottanta euro

«Si arrivano a pagare facilmente anche mille euro al mese – racconta una mamma, Maria Elisa Luinetti, referente lombarda dell’associazione “Il filo Lilla” impegnata anche in città nella lotta a bulimia e anoressia - Nel periodo più acuto, quando queste giovani sono nel momento di massima sofferenza, c’è bisogno dello psicologo terapeuta almeno una volta se non due a settimana. Tramite il dipartimento della Salute mentale e la Neuropsichiatria infantile il sistema pubblico fornisce una presa in carico gratuita, con la ricetta. Senza, bisogna invece pagare le tariffe dei libero professionisti, in genere uno psicologo all’ora chiede 80 euro. Ma per i disturbi alimentari occorre rivolgersi anche al nutrizionista, con un’ulteriore spesa mensile. Poi c’è lo psichiatra e magari un successivo consulto per sostenere l’intera famiglia e le sue dinamiche interne». Anoressia e bulimia sconvolgono tutti a casa. E quindi il conto è presto fatto, sono circa mille euro al mese.

«Poi è chiaro, superata la fase più critica le visite possono diventare meno frequenti – dice ancora Luinetti – e inoltre ci sono alcune realtà che lavorano in équipe e quindi offrono un supporto a tutto tondo più conveniente. Resta il fatto che queste cure rappresentano una spesa importante. Sono patologie che meriterebbero maggiore attenzione».

I tagli del governo

Famiglie e medici hanno manifestato in piazza la settimana scorsa contro un taglio dei fondi disposto dal governo per garantire questa tipologia di cure. Poi a livello nazionale e soprattutto con un impegno della Regione di fatto è stata innestata la retromarcia. Ciò nonostante tante adolescenti faticano ad essere prese in carico a dovere, il riferimento sotto ai 18 anni sono le neuropsichiatrie infantile, oltre c’è il vasto campo della salute mentale.

«Passare dai centri per la salute mentale degli adulti è un obbligo – spiega ancora la rappresentante de “Il filo lilla” - ma all’interno di questi reparti, come pure negli ambulatori che trattano tutti i disturbi dei bambini anche molto piccoli, raramente ci sono figure idonee».

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