
Cronaca / Como città
Venerdì 12 Settembre 2025
Don Giusto o il sindaco? La città si divide. Magatti: «Basta tifosi, si entri nel merito
Il dibattito Il parroco di Rebbio ha criticato la politica locale. Rapinese: «Se va via è un bene». Online il trend #iostocondongiusto. Il sociologo: «Risposta impropria del sindaco. Così logiche da social»
Como
Dentro e fuori i confini della città continua a essere al centro delle conversazioni dei cittadini la provocazione sulla politica comasca scritta dal parroco di Rebbio sulla pubblicazione domenicale della parrocchia e a cui il sindaco ha riservato una risposta durissima.
«Como è disumana - scrive don Giusto Della Valle - chiusa tra lago e colline, e va nella direzione del “nemici tutti”». Una critica esplicita soprattutto a chi della città si occupa senza preoccuparsi, secondo il parroco, degli ultimi: le popolazioni travolte dalla guerra, come l’Ucraina, ma anche Israele e la Palestina, o più semplicemente i ragazzi criticati nel quartiere perché fanno rumore giocando per strada.
Sostenitori e detrattori
«Se don Giusto va via è un bene per tutti: ha rovinato la qualità della vita a Rebbio» la dura risposta del sindaco di Como Alessandro Rapinese. Una risposta criticata da chi nel quartiere vive e conosce la realtà dell’oratorio, dove quotidianamente il parroco porta avanti un progetto di accoglienza delle persone migranti. Sui social si è diffuso anche un hashtag utilizzato da chi vuole dimostrare la propria solidarietà al prete: #iostocondongiusto. «La differenza tra le affermazioni di don Giusto e quelle del sindaco è culturale - ha commentato la capogruppo del Pd in consiglio comunale, Patrizia Lissi, che a Rebbio vive -. In quello che scrive don Giusto c’è una provocazione, c’è un pensiero profondo che abbraccia tante problematiche sociali, che ci provoca nel ragionamento, nell’approfondire cosa significa essere cristiani ed essere comunità. Dall’altra parte, c’è chi risponde sempre nello stesso modo davanti a ogni problema, con la forza e la cattiveria».
C’è anche chi, commentando online le parole dell’uno e dell’altro, sostiene la linea del sindaco e ribadisce che il quartiere, dall’arrivo di don Giusto Della Valle nel 2011, sarebbe cambiato. E parecchio. A essersi affievolito però, nel frattempo, è la luce gettata dal prete su alcune criticità di Como. «C’è un problema di polarizzazione nella società di oggi che don Giusto ha evidenziato nella sua riflessione e che sta emergendo anche nelle reazioni a quella riflessione: reazioni e linguaggi violenti» commenta il sociologo comasco e docente all’Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti.
Occorre, secondo Magatti, affrontare proprio quei problemi che il parroco evidenzia. «Don Giusto mette in evidenza delle difficoltà che serve riconoscere - continua Magatti - E poi bisogna aiutarsi a rieducarci e a dialogare: serve uno sforzo comune che passa anche attraverso la politica. Non bisogna buttare tutto in politica, ma la politica ha una sua responsabilità nell’aver creato questo clima».
«I temi sollevati esistono»
Un clima che trova una sua traduzione, secondo il sociologo, nella reazione che si sta registrando a Como e nel modo in cui l’informazione ha raccolto la provocazione del prete. «Si creano immediatamente le tifoserie - dice Magatti - C’è l’ossessione di schierarsi di qua e di là, senza comprendere la complessità dei problemi e senza trovare idee diverse, nuove».
Ecco perché per il sociologo la risposta del sindaco è impropria: «Don Giusto ha parlato dei cittadini di Como e di alcuni temi che riguardano la città. Sarebbe auspicabile che chi ha ruoli di autorità eviti di alimentare le logiche da social».
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