In dono i letti dimenticati all’ex ospedale. Ma l’Ucraina deve pagarsi il trasporto

Il caso Lo scandalo sollevato dal nostro giornale ripreso anche dalla trasmissione “Report” - Intanto si scopre che spetta all’amministrazione del Paese in guerra occuparsi del trasferimento

Como

Passando da Praga i famosi 200 letti stipati in via Napoleona per arrivare a Zaporizhzhia devono affrontare un viaggio lungo 2.699 chilometri. Dunque le autorità ucraine, a loro spese, devono organizzare un trasporto eccezionale. Precisamente i letti da ospedale, tutti non a norma, accatastati all’ex Sant’Anna da quattro anni, devono arrivare in Kamyanohirska street. Al civico 7/16 c’è la sede del consiglio comunale della città ucraina, distrutta da più di tre anni di guerra.

«I destinatari della cessione gratuita, rappresentati da Rehina Kharchenko, segretario del consiglio comunale di Zaporizhzhia, si impegnano a provvedere in proprio al trasporto dei beni alla destinazione finale, presso Zaporizhzhia 7/16 Kamyanohirska street, 69000 - Ucraina, nonché a trasmettere a Regione Lombardia una relazione attestante l’utilizzo dei beni assegnati». Così si legge nella delibera approvata dalla giunta lombarda ormai un mese fa, quando la Regione ha deciso di donare all’Ucraina i 200 letti acquistati nel marzo del 2020 da una azienda indiana, Surgimill. Salvo scoprire una volta arrivati che non erano utilizzabili nei reparti allestiti in fiera a Milano per fronteggiare il Covid. Non erano certificati, non andavano bene per la terapia intensiva, perfino le spine della corrente non erano adatte. E così sono finiti a Como, senza alcuna comunicazione ufficiale. Da maggio 2021 sono dentro all’ex pediatria di via Napoleona usata come magazzino.

Al momento i letti sono ancora lì. «Con comunicazione del 15 gennaio indirizzata al presidente della giunta regionale – così scrive sempre la Regione nella delibera - l’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia ha fatto richiesta, per finalità umanitarie connesse al conflitto, di fornitura di letti da adibire tra l’altro alla terapia intensiva». I letti in questione non sono adatti alla terapia intensiva, possono comunque essere usati altrimenti in zona di guerra, ad oggi sono in parte inscatolati e in parte smontati nel vecchio ospedale. All’ex Sant’Anna tra l’altro insieme ai famosi 200 letti ci sono accatastati altri 137 letti non idonei. Erano stati comprati in gran parte dall’azienda turca Promek, sempre nel marzo 2020 di nuovo tramite Aria, la società per le infrastrutture lombarda.

Per questo secondo lotto si attende l’esito di un altro contenzioso internazionale. I giudici a Milano invece hanno già dato ragione alla Regione Lombardia e in particolare ad Aria nella causa contro la ditta indiana, Surgimill, che però non si è più fatta viva. In tutto questi 337 letti non idonei stipati a Como rappresentano circa il 30% delle forniture di letti acquistate durante la prima emergenza Covid, precisamente in totale 1.089 pezzi. La spesa di tutti questi letti “sbagliati” nel complesso ammontava a più di 400mila euro. Al netto, precisa la Regione, dei costi di trasporto. Trasporto ora atteso in direzione dell’Ucraina.

Il caso intanto è finito anche in un servizio della trasmissione Report, andato in onda domenica sera. La giornalista Claudia Di Pasquale ha mostrato dove sono stati accatastati parte dei letti da ospedale non idonei acquistati nel 2020.

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