Due anni per poter fissare un’udienza. La giustizia penale a Como è in crisi

Tribunale Solo cinque giudici attualmente in servizio per i processi e le predibattimentali. Archiviazioni in aumento: la prescrizione non consente tempi certi per l’eventuale condanna

A Como rischiamo la «bancarotta giudiziaria». L’espressione, forte ma simbolicamente chiara, è del presidente delle Camere penali di Como e Lecco, l’avvocato Edoardo Pacia. E il riferimento sono i tempi di fissazione delle udienze, che nel nostro palazzo di giustizia stanno aumentando esponenzialmente, e la carenza di giudici nel dibattimento, ovvero nella fase della celebrazione dei processi penali.

I tempi

Partiamo dai tempi: lo scorso mese di agosto i fascicoli chiusi dalla Procura con una citazione a giudizio, hanno prodotto la fissazione della nuova udienza predibattimentale (che si celebra per tutti quei reati meno gravi che non devono passare dall’udienza preliminare) al giugno del 2025. Tradotto: di fatto ci vogliono due anni (anche più, visto che dopo la predibattimentale in caso il processo prosegua c’è bisogno di fissare una nuova udienza, con attese anche qui molto lunghe) perché un’inchiesta chiusa approdi in aula.

«Una patologia, che si sarebbe verificata anche senza l’introduzione dell’udienza predibattimentale»

«Il problema - commenta l’avvocato Pacia - non sta nel fatto che, con la fissazione dell’udienza predibattimentale, introdotta con la Riforma Cartabia, sia possibile che venga fissata un’altra udienza solo per l’ammissione delle prove e la calendarizzazione delle udienze. Ma è patologico in senso assoluto che, chiesta dalla Procura la fissazione del processo, la prima udienza venga fissata a distanza di due anni. E che questa patologia si sarebbe verificata anche senza la novità dell’udienza predibattimentale».

Il fatto è che visti i tempi così diluiti nel tempo su reati “minori” (quindi con prescrizione più breve) e vista l’introduzione della cosiddetta “ragionevole previsione di condanna” per poter mandare a processo qualcuno, la Procura ha aumentato le richieste di archiviazione dei fascicoli d’indagine. Proprio perché la prescrizione incombe e tutto appare ragionevole tranne che arrivare a una sentenza in tempo perché il reato si sia estinto.

«l problema non è certo la “pigrizia” dei magistrati che, anzi, a Como lavorano molto e bene, ma dall’incredibile sotto organico in cui li lascia la politica»

Il problema? «Non certo la “pigrizia” dei magistrati che, anzi, a Como lavorano molto e bene, ma dall’incredibile sotto organico in cui li lascia la politica». Ancora qualche numero: attualmente, al netto anche delle maternità, sono soltanto 5 su un organico di 8 per oltre 2mila fascicoli processuali. I calcoli sono presto fatti: meno di 250 processi a testa a pieno regime, oltre 400 in questa fase storica. Chiaro che, se nessuno interviene, la situazione è destinata a peggiorare.

Le soluzioni

«L’idea dell’udienza predibattimentale in sé non è, in linea teorica, fuori centro, perché, il legislatore l’ha pensata per sfoltire i processi che non debbono andare avanti in assenza di “ragionevole previsione di condanna” - prosegue l’avvocato Pacia - Ma ci sono tre problemi. Il primo: questo istituto replica quello dell’udienza preliminare, che già ha fallito completamente i suoi obiettivi. Il secondo che questa novità introduce delle incompatibilità tra i giudici che, rispetto a un organico già in sofferenza, potrebbe produrre concrete difficoltà persino nel poter celebrare i processi. Terzo:l’udienza predibattimentale, per le sue caratteristiche, richiede uno studio e una trattazione dei singoli fascicoli molto più impegnativi di quelli che servono attualmente, con l’ovvio risultato di poter fissare meno processi.

«L’unico modo per uscirne è l’applicazione ferrea della regola processuale che permette di sfoltire i processi che non devono andare avanti. I tempi si allungheranno, ma, quando si arriverà a regime, la situazione migliorerà. Altrimenti sarà “bancarotta giudiziaria”»

Come se ne esce? Secondo il presidente delle Camere penali la prima risposta dev’essere politica: «La politica farebbe meglio a pensare prima a rinforzare adeguatamente gli organici, anziché proporre modifiche normative di difficile applicabilità in situazioni come la nostra. Tuttavia, l’unico modo per uscirne è proprio quello dell’applicazione ferrea da parte dei Magistrati della regola processuale di cui parlavo sopra che permette di sfoltire i processi che non devono andare avanti. I tempi si allungheranno, ma, quando si arriverà a regime, la situazione migliorerà. Altrimenti sarà “bancarotta giudiziaria”».

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