Effetto lockdown sulla tangenziale
Crollo di transiti (e incassi) del 27%

Nel 2020 registrati solo 9mila al giorno tra auto e camion, il dato peggiore dal 2016. L’anno prima si erano superati i 12mila: lontano l’obiettivo dei 20mila

I 20mila veicoli al giorno stimati nel piano dell’opera restano un miraggio, ma i lockdown del 2020 hanno portato a un crollo dei passaggi su tutta l’autostrada Pedemontana e, in modo marcato, sul tratto comasco.

Il primo lotto, lungo appena 2,4 chilometri, ha infatti registrato secondo i dati della società soltanto 9mila passaggi al giorno (9.036 per la precisione) con un calo pari al 27% rispetto all’anno precedente.

Nel 2019, l’anno migliore dall’apertura del mini tratto autostradale aperto nel maggio del 2015, aveva registrato 12.326 veicoli giornalieri, segnando un incremento pari all’11% rispetto al 2018 (11.107 passaggi). Circa 10mila i transiti nel 2017 e, per trovare un dato peggiore di quello attuale bisogna arrivare ai 7mila del 2016.

Meno passaggi significa, ovviamente, anche meno incassi (2 milioni quelli del 2018 per il solo pezzetto comasco) e, ampliamento il discorso sull’intera tratta, significa vedere il completamento dell’opera con la realizzazione del secondo lotto sempre meno tra le priorità. Anche perché il calo sulle altre tratte, visti i volumi di traffico superiori (unica eccezione il primo lotto della tangenziale di Varese che ha perso il 26% arrivando a quota 8mila veicoli al giorno) va dal 29 al 37% della tratta A. Complessivamente il segno meno per Pedemontana è pari al 33%

Tornando a Como e analizzando i numeri suddivisi per tipologia (in questo caso la misurazione fatta in veicoli-chilometri percorsi) si scopre che quelli leggeri sono calati del 28% mentre quelli pesanti del 16%. Questo dato è facilmente comprensibile: molti settori essenziali non si sono comunque fermati e, di conseguenza, la logistica.

E se la maxi opera potrebbe essere completata per le olimpiadi invernali del 2026, Milano-Cortina, questo non varrà di certo per il secondo lotto della tangenziale di Como ( e di Varese), sul quale non ci sono passi in avanti di alcun tipo.

All’inizio dell’anno il Tavolo della competitività ha inviato un dossier in Regione e al Governo per chiedere di inserire l’opera tra quelle da finanziare con il Recovery plan o, comunque, attraverso contributi pubblici. Il progetto originario prevede un costo di 859 milioni di euro, ma nel documento predisposto si evidenzia anche la possibilità di realizzare le gallerie a “canna singola” avendo quindi una strada extraurbana (gratuita) e non un tratto autostradale. Ipotesi, questa, che consentirebbe l’abbattimento del 30% del costo portando quindi la cifra necessaria attorno ai 600 milioni di euro. Lo studio di Pedemontana prevedeva per il progetto in versione light 5 mesi di progettazione e circa 4 anni di cantiere, mentre quello originario un anno in più. Si era anche parlato del possibile modello economico, quello della variante della Tremezzina (un terzo di fondi dalla Regione e due terzi dallo Stato). In pratica 200 milioni da Milano e 400 da Roma.

Ma il tempo passa e anche questa ipotesi, almeno per ora, si muove solo tra cassetti e scrivanie. E a Como restano 2,4 km di autostrada. A pagamento.

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