Errori, pochi agenti, ultras scatenati: la città paga lo scotto. Cosa non ha funzionato nella gestione dell’ordine pubblico?

Ordine pubblico I tifosi del Bari domenica hanno fatto quello che hanno voluto in città: cortei, traffico in tilt, scontri. Decisiva la decisione di farli uscire dal Sinigaglia troppo presto: all’esterno non c’erano poliziotti a sufficienza

C’era un punto fermo che sembrava inamovibile, all’inizio del campionato. I tifosi ospiti avrebbero dovuto raggiungere lo stadio - e allontanarsi - solo ed esclusivamente a bordo di pullman o autobus. Quel punto fermo, domenica scorsa, è saltato. E la città ne ha pagato le conseguenze in termini di tensioni, scontri, traffico impazzito (più del solito e più a lungo del solito).

Como-Bari può essere raccontata in due modi. Il primo: partendo dal bilancio della domenica di una città in balia degli ultras. Ovvero: un tifoso comasco denunciato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, un paio di poliziotti contusi, almeno due scontri tra opposte tifoserie con due sostenitori azzurri presi a calci e a bastonate, un cantiere “saccheggiato” e pure un paio di forme di formaggio rubate dalle casette natalizie di piazza Cavour. Il secondo: ripercorrendo la giornata delle scorribande ultras e i passaggi che non hanno funzionato nella gestione dell’ordine pubblico.

La mattinata

L’esordio di una domenica nata storta, sono i video di via Garibaldi e piazza Volta affollati da almeno duecento ultras scesi dal treno a metà mattina e che, indisturbati, come normali turisti, raggiungono il centro intonando cori da stadio. In altre partite, considerate però ben più a rischio (leggi Lecco o, in passato, Livorno), l’arrivo in stazione dei tifosi era accolto da un centinaio di agenti in tenuta antisommossa incaricati di caricare tutti gli ultras a bordo dei bus messi a disposizione da Asf. Domenica questo non è successo, anche perché l’arrivo a San Giovanni è avvenuto cinque ore prima del fischio d’inizio. Fortunatamente l’escursione lariana degli ultras pugliesi non ha causato problemi, salvo il furto di due forme di formaggio da una casetta natalizia di piazza Cavour (con tanto di vano inseguimento, coltello in mano, del proprietario). Nulla da segnalare, invece, sul fronte di tensioni tra azzurri e baresi. Anzi: c’è chi racconta di chiacchierate amichevoli in riva al lago.

Il post partita

I problemi iniziano una volta allo stadio. La curva ospiti, innanzitutto, si affolla ben più del solito e del lecito. Decine e decine di sostenitori ospiti in possesso di biglietti per il settore distinti, riescono a entrare in curva. Senza incontrare grosse resistenze.

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Dai media baresi rimbalza il racconto di appassionati secondo cui i tifosi seduti in tribuna sarebbero stati bersagliati da continui insulti, rivolti dai comaschi. Sul finire del match partono cori dalla curva pugliese contro i lariani. E il clima si fa teso. Al triplice fischio lo stadio inizia a svuotarsi. Tra il pubblico barese sono segnalate moltissime famiglie e tanti bambini. La Questura decide allora di cambiare il consueto e collaudato schema post partita: ovvero ospiti trattenuti per oltre mezz’ora all’interno del Sinigaglia in attesa che l’area esterna si liberi e gli agenti in servizio (un centinaio, domenica) possano concentrarsi sull’uscita degli ultras non locali. Dopo appena un quarto d’ora i cancelli vengono aperti. Fuori una decina di agenti o poco più. E così anziché dirigersi verso i bus già pronti per accompagnare tutti a San Giovanni i tifosi decidono di avviarsi in stazione a piedi. Improvvisando un corteo mai visto dall’epoca di un caotico e tesissimo Como-Livorno di oltre un decennio fa. Peraltro alcuni sostenitori, non ultras, baresi all’altezza del Carrefour vengono affrontati da un gruppetto di comaschi. Interviene la polizia, risultato cariche e un paio di agenti contusi. L’ultima scena è l’inverosimile corteo in tangenziale che blocca la città per più di mezz’ora. Che spinge i pugliesi a saccheggiare un cantiere (via cartelli, aste e sassi). E che, all’altezza di piazzale San Roccetto, dà vita alla caccia al tifoso comasco con tanto di bastonate, calci e agenti (pochissimi) costretti ad assistere senza poter intervenire (per evitare di finire loro nella bolgia ultras). Risultato: comaschi furiosi e stanchi di vedere la città ostaggio di poche centinaia di persone a cui al calcio preferiscono calci e bastonate.

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