«Estorceva soldi alla vedova dell’amico»

Il processo Piccole somme, tra i 5 e i 20 euro, ma pretese di continuo e, almeno in un’occasione, con violenza

Avrebbe minacciato una sua connazionale – che tra l’altro era stata la moglie di un amico nel frattempo deceduto – chiedendole continuamente soldi, somme non grandi (comprese tra i 5 e i 20 euro) ma con pretese che arrivavano anche a due volte alla settimana. Secondo quella che è l’ipotesi dell’accusa, che ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di reato di estorsione e lesioni personali, in una occasione l’avrebbe anche ferita con una piccola spada al polso della mano sinistra, rendendo necessario il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna per essere medicata.

Lui nega tutto

Un tunisino residente a Como, Adel Manai, 33 anni, è così finito a processo di fronte ai giudici del Tribunale cittadino, chiamato a rispondere di episodi che sarebbero avvenuti dopo la morte dell’amico (e marito della vittima) che era un artigiano comasco.

L’imputato, assistito dall’avvocato Simone Bosisio, nelle scorse ore è stato sentito in aula dove ha negato tutte le accuse. L’uomo avrebbe ammesso di conoscere la connazionale, che si è costituita parte civile (48 anni, rappresentata dall’avvocato Roberto Alberio), ma avrebbe negato con forza di averle mai chiesto soldi e soprattutto di averle mai fatto del male. Anche se, almeno in occasione della ferita con la piccola spada, sul posto era arrivato anche il figlio della vittima che ne aveva fotografato la ferita, documento poi finito agli atti al pari del referto medico dell’ospedale.

La storia di cui stiamo scrivendo risale ai mesi compresi tra aprile e giugno del 2020. Il tunisino era un amico del marito della donna, che dunque conosceva bene. Dopo la morte dell’uomo, la signora era stata avvicinata dal 33enne e, secondo quanto aveva poi riferito agli inquirenti, in più occasioni – anche lungo la pubblica via, tra piazza Vittoria e la via Milano – l’aveva importunata per chiederle dei soldi. Cifre tutto sommato contenute, tra i 5 e i 20 euro, nell’ambito però di richieste che la procura ritiene estorsive e che potevano avvenire anche più volte alla settimana.

Sentenza ad aprile

In origine anche un secondo uomo era stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Como per aver concorso nelle richieste estorsive, ma nel frattempo è stato espulso dall’Italia. La vicenda è così approdata in aula, con l’imputato che si è fatto esaminare rispondendo alle domande delle parti. La sentenza è ora attesa per il mese di aprile del 2024.

L’episodio più grave tra quelli contestati è però quello già accennato, quando il trentatreenne tunisino raggiunse la donna nella sua abitazione e la ferì ad un polso con una piccola spada, dopo che quest’ultima si era rifiutata di consegnare 20 euro.

La procura di Como contesta «la violenza e le minacce» messe in atto dal sospettato nel tentativo di ottenere i soldi. Ma contesta anche l’aver minacciato la donna di picchiarla e di andare a casa per abusare di lei nel caso non avesse assecondato a quelle che erano le richieste di quell’uomo che era entrato in casa come amico del marito e che ora pretendeva – secondo il pm – di estorcerle dei soldi. Accuse che il tunisino nega categoricamente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA