Falsificava sentenze e ricorsi: pena di 4 anni a un avvocato. Ottenuti così 200 permessi di soggiorno

L’inchiesta Inventava ricorsi, provvedimenti e certificazioni per trarre in inganno la Questura. Vittime del complesso raggiro i suoi stessi clienti. Sospeso dall’Ordine per i prossimi tre anni

Tra i documenti falsificati trovati nel suo studio legale, i poliziotti della Squadra mobile di Como hanno trovato anche diversi fogli intestati “Tribunale di Milano” compilati con provvedimenti del tutto inventati. Ma anche ricorsi fasulli, ricevute inesistenti, decreti riscritti di sana pianta. In questo modo riusciva a far ottenere ai suoi clienti, cittadini stranieri del tutto ignari e inconsapevoli, permessi di soggiorno temporanei.

È diventata definitiva la pena a quasi 4 anni di carcere (3 anni, 11 mesi e 10 giorni per la precisione) patteggiata nei giorni scorsi dall’avvocato comasco Roberto Dalla Bona, finito sotto accusa per una lunga serie di reati: dal falso alla truffa, dall’infedele patrocinio al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il legale, 66 anni, iscritto all’albo forense comasco da oltre trent’anni, cassazionista da sette, è anche stato sospeso dall’Ordine degli avvocati, nonché interdetto dalla professione da qui ai prossimi tre anni.

La sentenza - diventata irrevocabile - è giunta al termine di una complessa e intricata indagine che la Squadra mobile della polizia ha avviato nell’ottobre del 2021, dopo che l’ufficio immigrazioni della Questura ha iniziato a sollevare sospetti sulla richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno presentata da un cittadino straniero.

I primi sospetti

Tra i documenti allegati al fascicolo, il cittadino extracomunitario aveva presentato anche un’attestazione firmata dall’avvocato Dalla Bona nella quale si dava atto dell’esistenza di un ricorso pendente in Cassazione contro il diniego dello status di rifugiato politico al richiedente. Nei casi in cui l’intero iter giudiziario, su richieste di protezione internazionale, non sia ancora terminato, il cittadino straniero ha diritto a ottenere un permesso di soggiorno provvisorio.

Nel caso di specie, i poliziotti si sono insospettiti perché il ricorso in Cassazione risultava ormai vecchio di due anni. Tempi lunghi anche per una giustizia non propriamente celere, da qui la decisione dei poliziotti di verificare l’attualità del ricorso, e avevano scoperto che la domanda era stata definitivamente rigettata già nel marzo 2020. Nelle settimane seguenti gli agenti hanno voluto controllare anche gli altri fascicoli seguiti dall’avvocato Dalla Bona, riscontrando una serie di anomalie risultate sospette.

L’inchiesta

Lo scorso ottobre i detective della Squadra mobile hanno perquisito lo studio legale del professionista. Ed è così emerso che nel corso di questi anni ben 105 suoi clienti hanno ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno grazie alla presentazione di documentazione falsa. In alcuni casi, come detto, dal computer dello studio legale sono stati sfornati veri e propri provvedimenti su carta intestata della Corte d’Appello inventati dalla prima all’ultima parola.

Complessivamente ammontano a oltre duecento i permessi di soggiorni ottenuti dall’avvocato grazie alla presentazione di decreti, ricorsi, istanze, asseverazioni, decreti, provvedimenti risultati del tutto falsi. Da qui l’inchiesta, l’accusa e la pesantissima pena.

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