Fermato con 226 monete d’oro. Paga 70mila euro per riaverle

In dogana Fermato al rientro dalla Svizzera e accusato di contrabbando. Assolti, dopo sei anni ottiene la restituzione. Valore: un quarto di milione

Ha dovuto attendere sei anni, ma alla fine quelle 226 monete d’oro che gli erano state sequestrate perché importante dalla Svizzera sono tornate in suo possesso. Non prima di aver pagato una sanzione e l’Iva che secondo lo Stato doveva sborsare. L’affare che un uomo di 52 anni pensava di aver fatto per mettere al sicuro un po’ dei suoi risparmi, tale non è stato. Ma, a conti fatti, gli sarebbe potuto andare anche peggio.

La vicenda

La sua storia è sintetizzata nella sentenza emessa dalla sezione civile della Corte di Cassazione nel ricorso presentato dall’Agenzia delle Dogane contro la sentenza della commissione tributaria di appello che aveva ridotto le sanzioni a carico dell’uomo fermato con le monete d’oro.

La vicenda ha inizio a cavallo tra il 2015 e il 2016 quando Alessandro Doni ha chiesto di poter regolarizzare la propria posizione denunciando l’importazione dalla Svizzera delle monete d’oro, il cui valore è stato stimato in un quarto di milione (più precisamente in 254mila euro). L’Agenzia delle Dogane decise di comminare una sanzione di 50mila euro per consentire la regolarizzazione della posizione del proprietario delle 226 monete d’oro, e quest’ultimo decise di provvedere al pagamento agevolato nella misura di un terzo, ovvero meno di 17mila euro. Ma proprio mentre questo avveniva, l’amministrazione finanziaria ha rivalutato la vicenda e ha aggravato la posizione di Doni addirittura inviando una segnalazione alla Procura di Como con l’ipotesi di reato di contrabbando.

Una mossa che spinse la Procura a procedere con il sequestro preventivo delle monete d’oro. Una decisione che ha innestato una serie di corsi e controricorsi. Il primo vinto dal proprietario delle monete, che addirittura ha visto la commissione tributaria regionale dichiarare la sanzione sproporzionata, pur sottolineando per contro che si doveva procedere al pagamento dell’Iva. Il secondo vinto dalle Dogane che hanno fatto annullare la decisione della commissione regionale.

La restituzione delle monete

Nel contempo il protagonista di questa vicenda ha visto anche archiviata l’accusa di contrabbando ai suoi danni e, dopo aver versato poco meno di 56mila euro di diritti doganali, ovvero la cifra dell’Iva dovuta per l’importazione delle monete preziose, ha riavuto indietro tutto quanto.

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