«Fondi Covid per pagarsi le proprie spese». L’uomo delle rimozioni di nuovo indagato

L’inchiesta Ottiene 130mila euro dallo Stato per lo svolgimento di attività di interesse pubblico. Ma per la Procura avrebbe distratto buona parte di quel denaro per finalità del tutto personali

Malversazione di erogazioni pubbliche. È con questa accusa che il nome di Luca Molteni, per anni l’uomo addetto per conto del Comune di Como al servizio di rimozioni forzate cittadine, torna sulla copertina di un fascicolo d’indagini della Procura di Como. Dopo essere finito sotto inchiesta per due vicende distinte - una delle quali concluso con una condanna definitva - ora l’imprenditore comasco ha ricevuto una avviso di conclusione delle indagini preliminari perché avrebbe utilizzato impropriamente ingenti fondi pubblici ottenuti dai fondi elargiti nell’ambito degli aiuti in epoca Covid.

L’indagine

La segnalazione in Procura sulle presunte irregolarità commesse da Molteni, titolare di una società specializzata nell’autosoccorso e nella rimozione auto, risale allo scorso anno, ma i fatti contestati si riferiscono al periodo tra settembre e ottobre del 2020, cioè nel periodo a cavallo tra la prima e la seconda ondata pesante della pandemia, che ha costretto tutta l’Italia (e non solo) per mesi interi in casa.

Come si ricorderà all’epoca, per far fronte alle pesantissime conseguenze economiche legate alle chiusure forzate e alla perdita dunque di volumi d’affari, il governo decise una serie di provvedimenti per aiutare le categorie maggiormente in difficoltà. Tra le varie iniziative anche quella di sostenere le piccole e medie imprese colpite dalla crisi economica per lo svolgimento di attività di interesse pubblico. In quest’ottica Molteni, nell’estate del 2020, presentò una richiesta di finanziamento per conto della sua ditta individuale, riuscendo a ottenere, a settembre, l’erogazione di 130mila euro da parte dello Stato grazie al Fondo di garanzia per le Pmi.

I bonifici sospetti

Nel corso dei controlli che la Guardia di finanza ha compiuto su numerosissimi finanziamenti ottenuti con fondi pubblici in quegli anni, l’attenzione delle fiamme gialle si è concentrata anche su quei 130mila euro. Dai controlli è emerso che subito dopo aver incassato quel denaro, Molteni avrebbe proceduto a una serie di bonifici e pagamenti che nulla avrebbero avuto a che fare con le finalità per le quali il fondo era stato concesso. Già lo stesso giorno, ad esempio, gli inquirenti hanno scoperto il trasferimento di oltre 9mila euro utilizzati per estinguere anticipatamente un mutuo. Un paio di settimane dopo sono emersi, nella stessa giornata, due bonifici di oltre 11mila euro l’uno a favore di una società immobiliare legata allo stesso Molteni, senza che il trasferimento di denaro avesse alcuna giustificazione evidente. Altri 11mila euro sono poi stati trasferiti il giorno successivo a favore di un notaio a titolo di pagamento del rogito per l’acquisto di un immobile a Como. In totale all’imprenditore comasco viene contestata una malversazione di erogazioni pubbliche per poco più di 50mila euro.

Ora lo stesso indagato avrà tempo per presentare, attraverso il suo avvocato, memorie difensive e difendersi dall’accusa. Così da evitare l’eventuale richiesta di processo.

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