
Cronaca / Como città
Giovedì 16 Ottobre 2025
Fondi per lo sport: «Dal Comune un taglio ai piccoli»
La protesta Erogazione di contributi per le associazioni, critiche sul nuovo regolamento di Palazzo Cernezzi: «Tempistiche e requisiti chiesti escludono molte realtà»
Le società sportive, soprattutto quelle piccole, temono di non poter più accedere ai fondi comunali. E questo in conseguenza del nuovo regolamento di Palazzo Cernezzi sui contributi da dare non solo allo sport, ma anche ad altri settori, dalla cultura agli asili.
Ieri in Comune sono state convocate le società sportive per fare un bilancio dell’ultima giornata dello sport. L’occasione, però, è stata quella di discutere proprio il nuovo regolamento per la concessione dei contributi economici. Alcune realtà cittadine hanno sollevato qualche preoccupazione. Se non aperte critiche.
«Con rammarico constato la scelta strategica di dare un chiaro taglio alla concessione di contributi ordinari per l’attività sportiva - commenta amareggiata Laura Di Adamo, insegnante all’Asd Lario scuola di judo - In particolare mi lascia perplessa la scelta dei requisiti dei potenziali soggetti richiedenti, le tempistiche, le modalità di valutazione e infine gli obiettivi che si intendono raggiungere con tale provvedimento. Il requisito chiesto ai potenziali beneficiari di essere dotati di personalità giuridica rischia di escludere molte realtà, le più piccole e meno strutturate. Ottenere un simile profilo richiede soldi, competenze, molto tempo. Così operando si restringe volutamente la platea degli interessati, di fatto estromettendo tutte quelle società di piccole dimensioni che però, sommate, operano con un numero ragguardevole di cittadini». Quanto ai tempi sarebbero molto stretti, di solito i bandi escono a novembre e manca poco per avere una idea finanziabile già pronta.
Il regolamento prevede inoltre che la somma massima dei contributi non possa essere superiore al 75% della differenza tra uscite e entrate. «Non condivido tale ragionamento perché dalle associazioni si richiede sempre più di ragionare come una azienda – sostiene Di Adamo - E poi non si premia l’evento che riesce a essere autosufficiente ma, al contrario, si premia chi ragiona all’opposto. Non condivido, ma capirei se si trattasse di attività straordinaria. Per dei contributi per l’attività ordinaria ritengo sia sbagliato nei termini. Sbagliato o no, tale impostazione fa sì che, anche qualora un ente riconosciuto riesca a svolgere un progetto valido (che però deve andare in deficit per ottenere il 75%) di fatto ottenga poco» sicuramente meno rispetto ai bandi degli anni scorsi.
Si vuole davvero «favorire la partecipazione attiva», come scritto nel regolamento, oppure, si domanda ancora Di Adamo, «ci si auspica di non elargire contributi (o darne pochi a pochi soggetti) senza esplicitamente dire di non voler concedere contributi»? Se così fosse secondo l’associazione che promuove a Como judo «sarebbe un provvedimento iniquo».
«La modalità di riconoscimento dei contributi si basa su un meccanismo rischioso per i piccoli - dice Andrea Crosato per i corridori del Missulteam Como – Funziona così: il finanziamento viene erogato solo se è previsto un disavanzo, di fatto una perdita, riconoscendone una quota. Io non so le grandi società come lavorino, ma di solito i piccoli gruppi non possono per un evento o una iniziativa esporsi molto. Perché in caso di mancato contributo pubblico poi toccherebbe ai singoli, a me responsabile, mettere di tasca propria quel che manca».
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