Cronaca / Como città
Lunedì 29 Dicembre 2025
Fondi pubblici per i telefoni virtuali: ottocentomila euro spariscono in Usa
L’inchiesta I retroscena dell’arresto di due imprenditori accusati del crack di una srl comasca. Conti aggiustati per il progetto fantasma: «I soldi possiamo anche usarli per andare in vacanza»
«Una volta che gli spieghiamo tutto non gliene frega niente di dove effettivamente vanno i soldi, possiamo anche usarli per andare in vacanza, però è una banca e quindi gli serve un giustificativo». Benvenuti nel bel mondo di “tanto paga Pantalone”, alias lo Stato (ovvero i cittadini italiani). A esprimersi così, in un lungo vocale inviato a una collaboratrice, è Michele Antonicelli, 50 anni, amministratore della 3 Store Web srl con sede in viale Rosselli 12 a Como, società dichiarata fallita nel dicembre 2022. Antonicelli è finito in carcere con l’accusa di bancarotta fraudolenta e tra le accuse a cui è chiamato a rispondere vi è pure quella di aver fatto sparire 800mila euro di denaro garantito da fondi statali in oscure società statunitensi.
I documenti aggiustati
Una vicenda paradigmatica di come certo tipo di imprenditoria aggiusti carte, bilanci e numeri per potersi arricchire. Perché al netto della doverosa ricerca della verità giudiziaria (con Antonicelli assolutamente innocente, fino a prova contraria), dagli atti dell’indagine emerge comunque una certa spregiudicatezza o, se si preferisce, leggerezza quando professionisti di varia estrazione sono chiamati a gestire denaro pubblico. Il denaro pubblico in questione è quello garantito dal fondo del Mediocredito Centrale (denari dello Stato) ed elargito con sconcertante vaghezza da Banca Progetta (già finita più volte in mezzo a guai simili).
La vicenda, che coinvolge Antonicelli e il socio Nicolò Golia Bedendo, broker milanese, si lega alla richiesta di un finanziamento da 1,2 milioni (poi scesi a 800mila euro) per sviluppare un operatore di telefonia mobile virtuale assieme alla società Tre. In realtà la sola cosa virtuale, in questa storia, sono i conti consegnati ai funzionari di Banca Progetto per ottenere i soldi.
Il contratto tra l’istituto di credito e la società di viale Rosselli viene firmato il 29 luglio 2021. E questo nonostante già nel novembre 2019 Wind, unico committente della società comasca, aveva notificato il recesso dal contratto lasciando dunque la srl senza alcuna commessa; pochi mesi dopo, nel maggio 2020, viene conclusa la procedura di licenziamento collettivo di tutti e trenta i dipendenti (dato riportato nella visura camerale); e infine nel bilancio del 2020 emergono debiti con l’erario per 1,2 milioni.
I documenti con i vari conti consegnati a Banca Progetto vengono, per così dire, corretti. E nessuno si accorge. Quando il funzionario dell’istituto si presenta davanti ai militari della Guardia di finanza di Como balbetta: «Mi accorgo solo ora» delle enormi differenze tra i dati di bilancio e il documento consegnato. «Visto le entità delle differenze dei dati ritengo che sia stato un documento costruito ad hoc per ottenere l’approvazione del mutuo». Il famoso senno del poi (ma provate andare voi in una banca a chiedere un mutuo, senza garanzia statale, con documenti falsi per provare l’effetto che fa).
Il bonifico verso gli Usa
Sempre Antonicelli scrive in chat, riguardo al bilancio semestrale 2020: «Ovviamente lo devo fare con la fantasia». E poi: «Con i soldi di Banca Progetto possiamo fare un po’ tutto quello che vogliamo». Bingo.
E allora il problema resta solo come far evaporare gli 800mila euro pubblici. A consigliare Antonicelli è addirittura un funzionario legato a Banca Progetto: «Robertino mi ha consigliato di aprire due o tre conti online e fare trasferimenti da 50mila euro e poi fare il pagamento al trust», cioè alla True North Energy Corporation di Spring, Texas, società che vede tra i suoi vertici proprio Antonicelli, «dice che diversi suoi clienti lo fanno, perché nessuno ti pone troppe domande». Ma 50mila euro per volta è procedura troppo lenta e allora ecco la soluzione: bonifico tutto d’un colpo a fronte di una fattura emessa ad hoc dalla società texana. Le jeux sont fait. Denaro sparito. Quattro anni dopo arrivano le manette della Guardia di finanza. E intanto l’indagine prosegue.
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